Pensare fuori dagli schemi:nuovi metodi per combattere l'HIV.
Pensare fuori dagli schemi:nuovi metodi per combattere l'HIV.
Le terapie convenzionali HIV hanno dato come risultati meno morti e piu' lunghe aspettative di vita. Ma poiche' la gente vive piu' a lungo con l'HIV, c'e´bisogno di avere piu' scelte terapeutiche disponibili. Sappiamo che esiste l'eventualita' che la resistenza all'HIV renda le terapie meno efficaci. Nel tempo , la resistenza alle cure per l'HIV puo' eliminare tutte le terapie convenzionali disponibili, lasciando il paziente senza ulteriori scelte terapeutiche. Per quasta ragione, e' importante che gli scienziati guardino oltre i modi convenzionali di combattere il virus. A seguito il lavoro di tre squadre di ricerca che non temono guardare fuori dagli schemi per la prossima terapia HIV.
Anticorpi radioattivi
Per molti anni, i pazienti con cancro sono stati trattati con sostanze radioattive con la speranza di distruggere il loro cancro e di allungare loro la vita. Ora gli specialisti di medicina nucleare dell'Albert Einstein College di Medicina stanno studiando anticorpi radioattivi e la loro abilita' nell'uccidere l'HIV. Al momento i risutati sono stati favorevoli. Nei loro studi usando topi infettati con HIV, i ricercatori hanno attaccato due isotopi radioattivi agli anticorpi che normalmente attaccano le proteine scoperte sulla superficie delle cellule infettate con HIV. Attaccando solo le cellule infettate con HIV, la radiazione letale ha ucciso le cellule infette mentre ha lasciato senza danno le cellule CD4 sane che funzionavano. Uccidendo le cellule infette, la replicazione dell'HIV rallentava o si fermava, il che a sua volta puo' rallentare la progressione dall'HIV all'AIDS.
Nel caso di questo studio, i ricercatori stanno ora guardando ad uno sponsor farmaceutico che sia interessato a fare trials per il prossimo passo- sviluppare una terapia approvata dall'FDA contro l'HIV.
Terapia genetica
I ricercatori della Scuola di Medicina dell'Universita' di Pennsylvania hanno riportato favorevoli risultati usando terapie basate su geni nella lotta contro l'HIV. La terapia genetica usa cellule CD4 alterate geneticamente che sono resistenti all'HIV, proteggendole dal danno causato dal virus. Proteggendo le cellule CD4, il sistema immunitario viene preservato e resta in grado di fare il suo lavoro di combattere l'infezione. Nella fase I dei trials di terapia genetica, il farmaco sperimentale VRX496 e' stato somministrato a cinque pazienti che precedentemente avevano dimostrato resistenza alle terapie HIV convenzionali. Quando hanno riesaminato i cinque dopo nove mesi di terapia, quattro dei cinque avevano dimostrato conteggi di CD4 stabili o aumentati, come pure una migliorata funzione immunitaria. In aggiunta, una diminuzione nella carica virale HIV e' stata osservata in tre dei pazienti. Fintanto che questi risultati sono positivi, i ricercatoci seguiranno i cinque pazienti fino a 15 anni (sic!) dopo la terapia in modo da avere un quadro migliore di quanto bene funziona la terapia. Nello stesso tempo, i ricercatori stanno pianificando un secondo trial, questa volta usando pazienti con ben controllate cariche virali HIV per vedere se i risultati sono simili.
Un virus che ne combatte un altro
Scienziati del VA Sistema di Salute e della Scuola di Medicina dell'Universita dello Iowa stanno studiando come un virus innocuo impatta la progressione dell'HIV all'AIDS. In uno studio su campioni di sangue dal 1984 al 1990, i ricercatori hanno scoperto che quei pazienti infettati con l'innocuo virus GBV-C progredivano verso l'AIDS molto piu' lentamente di quelli solo infettati con HIV. GBV-C e' un virus relativamente comune che e' innocuo per gli esseri umani, non causando sintomi o malattia. I campioni di sangue usati nello studio erano di 271 uomini sieronegativi all'inizio dello studio ma che sono diventati sieropositivi nel periodo che e' stato eseguito il follow up dello studio. Lo studio ha dimostrato che quegli uomini infettati con HIV con persistente infezione GBV-C insieme con HIV progredivano verso l'AIDS tre volte piu' lentamente di quelli infettati solo con HIV. Quelli che avevano il GBV-C avevano una distruzione del sistema immunitario molto piu' lenta comparato a quelli senza GBV-C. Mentre non c'e´un immediato uso di questa scoperta, i ricercatori stanno ora studiando campioni di donne per vedere se questo fatto e' certo.
Anticorpi radioattivi
Per molti anni, i pazienti con cancro sono stati trattati con sostanze radioattive con la speranza di distruggere il loro cancro e di allungare loro la vita. Ora gli specialisti di medicina nucleare dell'Albert Einstein College di Medicina stanno studiando anticorpi radioattivi e la loro abilita' nell'uccidere l'HIV. Al momento i risutati sono stati favorevoli. Nei loro studi usando topi infettati con HIV, i ricercatori hanno attaccato due isotopi radioattivi agli anticorpi che normalmente attaccano le proteine scoperte sulla superficie delle cellule infettate con HIV. Attaccando solo le cellule infettate con HIV, la radiazione letale ha ucciso le cellule infette mentre ha lasciato senza danno le cellule CD4 sane che funzionavano. Uccidendo le cellule infette, la replicazione dell'HIV rallentava o si fermava, il che a sua volta puo' rallentare la progressione dall'HIV all'AIDS.
Nel caso di questo studio, i ricercatori stanno ora guardando ad uno sponsor farmaceutico che sia interessato a fare trials per il prossimo passo- sviluppare una terapia approvata dall'FDA contro l'HIV.
Terapia genetica
I ricercatori della Scuola di Medicina dell'Universita' di Pennsylvania hanno riportato favorevoli risultati usando terapie basate su geni nella lotta contro l'HIV. La terapia genetica usa cellule CD4 alterate geneticamente che sono resistenti all'HIV, proteggendole dal danno causato dal virus. Proteggendo le cellule CD4, il sistema immunitario viene preservato e resta in grado di fare il suo lavoro di combattere l'infezione. Nella fase I dei trials di terapia genetica, il farmaco sperimentale VRX496 e' stato somministrato a cinque pazienti che precedentemente avevano dimostrato resistenza alle terapie HIV convenzionali. Quando hanno riesaminato i cinque dopo nove mesi di terapia, quattro dei cinque avevano dimostrato conteggi di CD4 stabili o aumentati, come pure una migliorata funzione immunitaria. In aggiunta, una diminuzione nella carica virale HIV e' stata osservata in tre dei pazienti. Fintanto che questi risultati sono positivi, i ricercatoci seguiranno i cinque pazienti fino a 15 anni (sic!) dopo la terapia in modo da avere un quadro migliore di quanto bene funziona la terapia. Nello stesso tempo, i ricercatori stanno pianificando un secondo trial, questa volta usando pazienti con ben controllate cariche virali HIV per vedere se i risultati sono simili.
Un virus che ne combatte un altro
Scienziati del VA Sistema di Salute e della Scuola di Medicina dell'Universita dello Iowa stanno studiando come un virus innocuo impatta la progressione dell'HIV all'AIDS. In uno studio su campioni di sangue dal 1984 al 1990, i ricercatori hanno scoperto che quei pazienti infettati con l'innocuo virus GBV-C progredivano verso l'AIDS molto piu' lentamente di quelli solo infettati con HIV. GBV-C e' un virus relativamente comune che e' innocuo per gli esseri umani, non causando sintomi o malattia. I campioni di sangue usati nello studio erano di 271 uomini sieronegativi all'inizio dello studio ma che sono diventati sieropositivi nel periodo che e' stato eseguito il follow up dello studio. Lo studio ha dimostrato che quegli uomini infettati con HIV con persistente infezione GBV-C insieme con HIV progredivano verso l'AIDS tre volte piu' lentamente di quelli infettati solo con HIV. Quelli che avevano il GBV-C avevano una distruzione del sistema immunitario molto piu' lenta comparato a quelli senza GBV-C. Mentre non c'e´un immediato uso di questa scoperta, i ricercatori stanno ora studiando campioni di donne per vedere se questo fatto e' certo.
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