VERONA: MIOZZI E LO SPETTACOLO GAY «DIMISSIONI?
VERONA: MIOZZI E LO SPETTACOLO GAY «DIMISSIONI?
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VERONA: MIOZZI E LO SPETTACOLO GAY «DIMISSIONI? CODOGNOLA LE CHIEDA AL SINDACO TOSI»
Bistrattato da quelli che dovrebbero essere non solo alleati ma anche colleghi di maggioranza, Miozzi (presidente della Provincia) è difeso a spada tratta dalla «minoranza» ai palazzi scaligeri
venerdì 15 aprile 2011 , di Corriere del Veneto
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Verona - Quel proverbio che dice «dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io» , in questi giorni gli deve rimbombare in testa. E' roba da coccolone d'identità politica quello che sta succedendo al presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, colpito per la seconda volta sul tema dell'omosessualità da quello che si definisce «fuoco amico» . Già, bistrattato da quelli che dovrebbero essere non solo alleati ma anche colleghi di maggioranza, Miozzi e difeso a spada tratta dalla «minoranza» ai palazzi scaligeri.
«Colpa» , si fa per dire, di quella «manica larga» che secondo molti ha nel gestire cose che riguardano l'orientamento sessuale. Recidivo, Miozzi, stando ai detrattori. Quasi tutti della sua sponda politica. Coerente, stando a chi ne sostiene le scelte sul tema in questione, vale a dire la riva opposta. Del resto lui a polemiche come quelle sorte per il patrocinio alla serata contro l'omofobia al Camploy è alquanto abituato. Il callo ce lo aveva fatto giusto giusto un anno fa, sempre con un patricinio, ma allora a un convegno.
Quello sulle «diversità come valore» organizzato dal ministero delle Pari Opportunità, per il quale era stata messa a disposizione la loggia di Fra' Giocondo. Allora furono strali, sempre da quella Lega e dalla frangia destrorsa del Pdl che compongono la maggioranza che lo sostiene. Ma non si era arrivati alla richiesta di dimissioni, quella esplicitata l'altro giorno dal suo assessore provinciale alla sicurezza, quel Giovanni Codognola che sul Carroccio siede nelle fila oltranziste. Il papà, guarda caso, del candidato sindaco alle prossime amministrative di Isola della Scala dove i padani corrono da soli e dove Miozzi si ripropone come sindaco appoggiato dal Pdl. Tant'è.
Il presidente della Provincia sulla questione «locale» ci scivola sopra. «Codognola -commenta Miozzi -prima che a me le dimissioni le dovrebbe chiedere a Tosi. E' stato il Comune per primo a dare il patrocinio alla serata del Camploy, tra l'altro con una differenza non secondaria. Che io posso muovermi liberamente senza il benestare della giunta, mentre per lui quel parere sarebbe vincolante» . E visto l'altro detto che «chi la fa l'aspetti» , c'è qualcuno che le dimissioni le chiede a Codognola.
«Se c'è uno che si deve dimettere questo è proprio lui che non si sa cosa faccia come assessore da quando è stato eletto in Provincia» , commenta il vice-capogruppo del Pd ai palazzi scaligeri, Lorenzo Dalai. Che con il Giovanni da Giussano di Isola non usa certo il guanto di velluto. «Codognola è meglio che pensi al suo assessorato inutile e al suo ruolo di amministratore continua Dalai visto che da quanto mi risulta in due anni non ha mai preso la parola in consiglio e nemmeno proposto alcuna delibera» .
Sul patrocinio della Provincia Dalai non ha alcun dubbio: «Non c'era alcun motivo valido per negarlo, visto che si concede a qualsiasi manifestazione culturale» . E che comunque è a discrezione del presidente. Miozzi, comunque, il problema più grosso non ce l'ha con Codognola, ma con quello che è il suo partito, vale a dire il Pdl, con la fronda contraria al patrocinio guidata dal capogruppo Alberto Bozza, che ha tirato in ballo -«ma la mia è una posizione personale» -il sostegno alla famiglia tradizionale.
Forse sarebbe il caso di chiarire che la serata al Camploy non è una «propaganda gay» , come qualcuno l'ha definita, ma uno spettacolo che si tiene nella giornata mondiale contro l'omofobia e per la prevenzione del virus Hiv. «Mali» , entrambi, da cui ancora oggi qualcuno si crede evidentemente immune.
VERONA: MIOZZI E LO SPETTACOLO GAY «DIMISSIONI? CODOGNOLA LE CHIEDA AL SINDACO TOSI»
Bistrattato da quelli che dovrebbero essere non solo alleati ma anche colleghi di maggioranza, Miozzi (presidente della Provincia) è difeso a spada tratta dalla «minoranza» ai palazzi scaligeri
venerdì 15 aprile 2011 , di Corriere del Veneto
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Verona - Quel proverbio che dice «dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io» , in questi giorni gli deve rimbombare in testa. E' roba da coccolone d'identità politica quello che sta succedendo al presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, colpito per la seconda volta sul tema dell'omosessualità da quello che si definisce «fuoco amico» . Già, bistrattato da quelli che dovrebbero essere non solo alleati ma anche colleghi di maggioranza, Miozzi e difeso a spada tratta dalla «minoranza» ai palazzi scaligeri.
«Colpa» , si fa per dire, di quella «manica larga» che secondo molti ha nel gestire cose che riguardano l'orientamento sessuale. Recidivo, Miozzi, stando ai detrattori. Quasi tutti della sua sponda politica. Coerente, stando a chi ne sostiene le scelte sul tema in questione, vale a dire la riva opposta. Del resto lui a polemiche come quelle sorte per il patrocinio alla serata contro l'omofobia al Camploy è alquanto abituato. Il callo ce lo aveva fatto giusto giusto un anno fa, sempre con un patricinio, ma allora a un convegno.
Quello sulle «diversità come valore» organizzato dal ministero delle Pari Opportunità, per il quale era stata messa a disposizione la loggia di Fra' Giocondo. Allora furono strali, sempre da quella Lega e dalla frangia destrorsa del Pdl che compongono la maggioranza che lo sostiene. Ma non si era arrivati alla richiesta di dimissioni, quella esplicitata l'altro giorno dal suo assessore provinciale alla sicurezza, quel Giovanni Codognola che sul Carroccio siede nelle fila oltranziste. Il papà, guarda caso, del candidato sindaco alle prossime amministrative di Isola della Scala dove i padani corrono da soli e dove Miozzi si ripropone come sindaco appoggiato dal Pdl. Tant'è.
Il presidente della Provincia sulla questione «locale» ci scivola sopra. «Codognola -commenta Miozzi -prima che a me le dimissioni le dovrebbe chiedere a Tosi. E' stato il Comune per primo a dare il patrocinio alla serata del Camploy, tra l'altro con una differenza non secondaria. Che io posso muovermi liberamente senza il benestare della giunta, mentre per lui quel parere sarebbe vincolante» . E visto l'altro detto che «chi la fa l'aspetti» , c'è qualcuno che le dimissioni le chiede a Codognola.
«Se c'è uno che si deve dimettere questo è proprio lui che non si sa cosa faccia come assessore da quando è stato eletto in Provincia» , commenta il vice-capogruppo del Pd ai palazzi scaligeri, Lorenzo Dalai. Che con il Giovanni da Giussano di Isola non usa certo il guanto di velluto. «Codognola è meglio che pensi al suo assessorato inutile e al suo ruolo di amministratore continua Dalai visto che da quanto mi risulta in due anni non ha mai preso la parola in consiglio e nemmeno proposto alcuna delibera» .
Sul patrocinio della Provincia Dalai non ha alcun dubbio: «Non c'era alcun motivo valido per negarlo, visto che si concede a qualsiasi manifestazione culturale» . E che comunque è a discrezione del presidente. Miozzi, comunque, il problema più grosso non ce l'ha con Codognola, ma con quello che è il suo partito, vale a dire il Pdl, con la fronda contraria al patrocinio guidata dal capogruppo Alberto Bozza, che ha tirato in ballo -«ma la mia è una posizione personale» -il sostegno alla famiglia tradizionale.
Forse sarebbe il caso di chiarire che la serata al Camploy non è una «propaganda gay» , come qualcuno l'ha definita, ma uno spettacolo che si tiene nella giornata mondiale contro l'omofobia e per la prevenzione del virus Hiv. «Mali» , entrambi, da cui ancora oggi qualcuno si crede evidentemente immune.
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