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Il danno cerebrale nei S+ puo' non essere cosi' comune come pensato

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Messaggio Da Rafael Mer 13 Apr - 17:28

Due studi presentati alla 17a Conferenza della British HIV Association la scorsa settimana indicano che la proporzione di gente che ha un sottile danneggiamento cerebrale dovuto all'HIV potrebbe non essere cosi' elevato come si pensava in precedenza, e infatti potrebbe essere leggermente piu' alto che nella popolazione generale.

Numerosi studi che misurano il danno neurocognitivo (deficit della memoria, ideazione e movimento) nella gente con HIV negli ultimi anni hanno concluso che un'alta proporzione di persone con HIV ha leggeri danni. Questi possono non causare sintomi che interferiscono con la vita quotidiana, ma possono essere rilevati da tests neurologici.

Circa il 16% della popolazione generale ha un certo grado di deficit neurocognitivi. Questo percio' ha causato molta preoccupazione quando nel 2010 l'ampio trial CHARTER negli USA ha scoperto che il 52% delle 1526 persone con HIV aveva evidenza di danno neurocognitivo.

Un quarto di queste persone aveva altre condizioni che erano probabilmente la maggior causa del loro danno cerebrale, ma che significava che il 39% di tutti i pazienti sieropositivi avevano un danno cerebrale, senza nessun'altra ovvia causa, e il 36% dei pazienti che non avevano mai avuto una malattia relazionata all'HIV. Di questi 71%, O 28% dell'intero gruppo, non aveva ovvi sintomi neurologici. CHARTER, percio' ha indicato che l'HIV piu' che raddoppiava il rischio di danno cerebrale in persone altrimenti sane, facendo crescere le preoccupazioni che questo potesse peggiorare con l'eta'.

Uno studio presentato al BHIVA, tuttavia, ha scoperto una percentuale di danno neurocognitivo asintomatico di solo il 19% in un gruppo di pazienti con carica virale soppressa, molto piccola percentuale in eccesso alla popolazione generale. Un altro studio ha scoperto che i giovani che erano nati con HIV avevano percentuali di danno neurocognitivo ono piu' elevato dei loro coetanei sieronegativi. Questo studio, e un terzo studio che guardava alle percentuali di danno neurocognitivo negli ultra cinquantenni, ha scoperto una certa evidenza che i tests psicologici che si basano sul rapporto personale potrebbero non star rilevando le attuali difficolta' nell'ideazione e memoria, ma piuttosto la paura di esse.

Lo studio St Mary
Dr Lucy Garvey del St Mary and Hammersmith Hospitals del west London hanno riportato un controllo (che ha vinto un premio per la miglikor presentazione alla conferenza) di 101 pazienti che erano in stabile terapia antiretrovirale senza ovvi sintomi neurologici o altre malattie. Essi avevano avuto tutti l'HIV da piu' di sei mesi.

I soggetti dello studio sono stati sottoposti a due tipi di test psicologici,un test di controllo coputerizzato di 20 minuti chiamato Cogstate e l'International HIV Dementia Scale (IHDS), un breve , convalidato test per la demenza che impiega tre semplici compiti di memoria e motori.

Il danno neurocognitivo veniva definito come punteggi piu' una deviazione standard sotto i dati della popolazione della stessa eta' in almeno due areee di funzionamento- strettamente dentro il minore di un sesto dei punteggi di performance.

L'eta' media dei soggetti era di 53 anni e la maggioranza (77%) erano uomini di razza bianca. Erano stati sieropositivi per una media di 14 anni con un conteggio medio di 559 CD4 e il piu' basso conteggio mai inferiore a 185. Un'elevata proporzione -25%- aveva epatite C che e' pure associata con disordini neurocognitivi.

La percentuale totale di danno neurocognitivo era di 19% in questo gruppo, solo il 3% sopra la percentuale della popolazione generale. Il quadro dei aspetti colpiti era familiare ad altri studi di gente con HIV, nel movimento muscolare fino,i compiti multipli e funzioni esecutive (priorita' e pianificazione) erano particolarmente danneggiate, e il nadir CD4 era associato con un alto punteggio IHDS, ma cio' nonostante i danni visti erano insignificanti.

"Molte coorti hanno riportato disordini neurologici associati all'HIV, ma il loro stato di terapia antiretrovirale e salute sono stati ampiamente variabili" ha commentato il Dr Garvey "Questo e' uno dei primi studi che guardano al danno neurocognitivo in pazienti HIV stabilmente asintomatici in terapia soppressiva antiretrovirale".

L'equipe del St Mary condurra ora ulteriori studi per guardare il disordine neurocognitivo in pazienti farmacologicamente naive con HIV non soppresso.

Giovani e danno cerebrale
I risultati di questo studio hanno avuto un'eco in un altro studio del St.Mary che ha osservato la funzione neurocognitiva nei giovani che erano nati con l'HIV.Ha studiato 31 giovani di eta' tra i 16 ed i 35 anni (eta' media 20 anni) e comparato la loro performance con 14 dei loro coetanei sieronegativi. I due gruppi sono stati raggruppati per eta', etnia (in entrambi l'85% erano neri Africani)e genero (33% e 29% rispettivamente erano maschi nel gruppo positivo e negativo). Settantanove per cento dei soggetti sieropositivi erano in terapia antiretrovirale di cui il 70% erano in soppressione virale (55% dell'intero gruppo).

Questi soggetti sono stati sottoposti ai Cogstate computerised tests e IHDS e anche la scala prospettiva e retrospettiva del questionario per la valutazione della memoria, una percentuale auto-valutata sulla percentuale di problemi con richiamo e ritenuta dell'informazione. Una minoranza di entrambi i gruppi sono anche stati sottoposti ad una MRI del cervello per valutare segni di infiammazione.

Il gruppo positivo e quello negativo avevano identici punteggi nell'IHDS e in tutti i campi del Cogstate test. Il punteggio PRMQ era sinificativamente peggiore (p=0.023) per i giovani sieropositivi, e c'erano anche elevati livelli di attivita' di certi neurotrasmettitori nell'area dei gangli basali del cervello, una scoperta gia' fatta in altri studi.

Tuttavia Jane Ashby ha commentato che il questionario PRMQ, come l'auto-rapporto, potrebbe misurare la preoccupazione dei soggetti riguardo problemi di memoria come quelli attuali, e nessuno studio nell'HIV ha attualmente stabilito se l'infiammazione vista nelle scansioni MRI sia associata alla performance neurocognitiva.

Screening per danno cerebrale
L'idea che alcuni strumenti psicologici potrebbero stare riportando i timori di individui sieropositivi piuttosto che un reale danno, e potrebbero sopravvalutare problemi neurologici, ha portato la prima clinica londinese per HIV per gente oltre i 50 anni al Chelsea e Westminister Hispital a includere due questionari psicologici di dieci minuti per i disturbi di ansia generalizzata e depressione come primi passi standard nell'attenzione psicologica dei pazienti, proseguendo con i test di funzione neurologica una volta che questi erano stati risolti.

I ricercatori hanno commentato che "alti livelli di ansieta', depressione e preoccupazione circa la funzione neurocognitiva" sono comuni nei pazienti piu' anziani e che "la perdita di memoria, il rallentamento mentale e disordine psicomotorio sono manifestazioni comuni di queste condizioni" e dovrebbero percio' essere seguite e trattate prima.





Ultima modifica di Rafael il Mer 13 Apr - 22:04 - modificato 1 volta.
Rafael
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Messaggio Da frankye Mer 13 Apr - 20:01

Rafael questo vuol dire che la situazione e' un po' meno grave?
frankye
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Messaggio Da Rafael Mer 13 Apr - 21:15

Beh vuol dire che, come sempre, c'e´chi vede il bicchiere mezzo vuoto e poi, qualcuno fa notare che in realta' e' mezzo pieno.
Sembra infatti, da questo studio che il danno a livello neurocognitivo non sia cosi' grave come precedentemente detto.
Rafael
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