HAART: presente e futuro
HAART: presente e futuro
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La terapia antiretrovirale contro l’Hiv: tra il presente ed il futuro
di Manuela Zazzara Dimensione carattere Stampa E-mail Add new comment
ROMA - La scienza ha fatto passi da gigante nell’ambito della ricerca contro l’Hiv (cioè la condizione in cui viene rilevata la presenza di anticorpi anti-HIV ma non si hanno ancora manifestazioni come infezioni opportunistiche, che invece distinguono la sindrome da immunodeficienza acquisita – AIDS -, malattia che si differenzia dall’HIV per il fatto che le difese immunitarie sono talmente deboli da non riuscire a difendere l’organismo da microrganismi anche innocui).
Con l’uso della terapia HAART (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) e grazie agli studi scientifici ad essa correlati dal 1996, la patologia dell’HIV è diventata gestibile. Infatti il trattamento è composto da più farmaci antiretrovirali, che permettono di ridurre la carica virale e migliorare la situazione immunitaria, e si basa sui cosiddetti "valori" dei linfociti T CD4+ (cellule del sistema immunitario) e della carica virale (numero di copie per millilitro di sangue): la conseguenza della cura è il blocco della replicazione virale e l’allungamento della sopravvivenza delle persone sieropositive.
Nonostante i progressi la comunità scientifica si interroga su altri problemi da affrontare, stante l’innegabile miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da HIV, vale a dire il dilemma della tossicità a lungo termine di questi farmaci. In un convegno recente, a Roma, incentrato sul tema “Less Drugs for more Safety, Convenience and Sustainability” si è stabilito di valutare le nuove strategie terapeutiche che guardano proprio alla semplificazione della cura e alla limitazione del carico di farmaci nelle persone “stabilizzate “ con la terapia HAART. Si è pensato, pertanto, di sviluppare la ricerca non solo sotto l’aspetto della efficacia dei medicinali, ma affrontando pure tematiche inerenti alla tollerabilità e alla sicurezza. Non sarebbe da trascurare, però, anche il tema della farmacoeconomia della terapia, cioè l’ottimizzazione delle risorse e l’appropriatezza delle cure. Questa sorta di “premesse” e di “promesse” sono state valutate e discusse soprattutto in vista della partecipazione italiana alla grande Conferenza Mondiale sull’AIDS che si svolgerà a Roma, verosimilmente tra il 17 ed il 21 luglio 2011 nel trentesimo anniversario della scoperta del virus Hiv. I temi da trattare saranno diversi e delicati: sollevati e dalla stessa comunità scientifica che dalle associazioni dei pazienti. Ulteriore argomento, tra i tanti, il tema dell'accesso alle cure nel sud del mondo.
La terapia antiretrovirale contro l’Hiv: tra il presente ed il futuro
di Manuela Zazzara Dimensione carattere Stampa E-mail Add new comment
ROMA - La scienza ha fatto passi da gigante nell’ambito della ricerca contro l’Hiv (cioè la condizione in cui viene rilevata la presenza di anticorpi anti-HIV ma non si hanno ancora manifestazioni come infezioni opportunistiche, che invece distinguono la sindrome da immunodeficienza acquisita – AIDS -, malattia che si differenzia dall’HIV per il fatto che le difese immunitarie sono talmente deboli da non riuscire a difendere l’organismo da microrganismi anche innocui).
Con l’uso della terapia HAART (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) e grazie agli studi scientifici ad essa correlati dal 1996, la patologia dell’HIV è diventata gestibile. Infatti il trattamento è composto da più farmaci antiretrovirali, che permettono di ridurre la carica virale e migliorare la situazione immunitaria, e si basa sui cosiddetti "valori" dei linfociti T CD4+ (cellule del sistema immunitario) e della carica virale (numero di copie per millilitro di sangue): la conseguenza della cura è il blocco della replicazione virale e l’allungamento della sopravvivenza delle persone sieropositive.
Nonostante i progressi la comunità scientifica si interroga su altri problemi da affrontare, stante l’innegabile miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da HIV, vale a dire il dilemma della tossicità a lungo termine di questi farmaci. In un convegno recente, a Roma, incentrato sul tema “Less Drugs for more Safety, Convenience and Sustainability” si è stabilito di valutare le nuove strategie terapeutiche che guardano proprio alla semplificazione della cura e alla limitazione del carico di farmaci nelle persone “stabilizzate “ con la terapia HAART. Si è pensato, pertanto, di sviluppare la ricerca non solo sotto l’aspetto della efficacia dei medicinali, ma affrontando pure tematiche inerenti alla tollerabilità e alla sicurezza. Non sarebbe da trascurare, però, anche il tema della farmacoeconomia della terapia, cioè l’ottimizzazione delle risorse e l’appropriatezza delle cure. Questa sorta di “premesse” e di “promesse” sono state valutate e discusse soprattutto in vista della partecipazione italiana alla grande Conferenza Mondiale sull’AIDS che si svolgerà a Roma, verosimilmente tra il 17 ed il 21 luglio 2011 nel trentesimo anniversario della scoperta del virus Hiv. I temi da trattare saranno diversi e delicati: sollevati e dalla stessa comunità scientifica che dalle associazioni dei pazienti. Ulteriore argomento, tra i tanti, il tema dell'accesso alle cure nel sud del mondo.
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