Spagna: eHEALTH
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Spagna
eHEALTH: studio spagnolo, ‘Visite virtuali efficaci quanto quelle in ospedale’
La possibilità di essere curati da remoto e magari tra le mura confortevoli della nostra casa non è più un sogno o un’ipotesi fantascientifica. La sanità elettronica, o eHealth, sta facendo passi da giganti e il progresso tecnologico sta favorendo un reale cambiamento nel rapporto tra paziente/utente e le strutture sanitarie.
Un recente studio sulla telemedicina chiamato “Hospital VIHrtual”, condotto dal Dr. Felipe Garcia e dal Dr. Agata León, presso l’Hospital Clínic Service of Infectious Diseases di Barcellona e diretto dal Dr. Josep Gatell, ha dimostrato in un periodo di osservazione lungo 5 anni, che la qualità delle cure virtuali ricevute da remoto dal paziente è la stessa identica di quelle ricevute in un ospedale.
Non solo, la ricerca ha evidenziato un maggiore scambio di comunicazione tra i medici e il malato, con un apprezzabile incremento delle conoscenze e delle informazioni passate dal personale medico all’utente/paziente. Il documento, pubblicato sulla rivista scientifica PLos One, nasce dall’applicazione della medicina e della sanità virtuale a 200 malati di HIV precedentemente ospitati nella struttura ospedaliera. Il programma di telemedicina in questione ha utilizzato, come previsto dal programma di sperimentazione, strumenti di videoconference e telepresence.
Durante il periodo di cura virtuale, il paziente ha ricevuto controlli costanti da parte del medico in modalità remota, con l’applicazione di terapie farmaceutiche, psicologiche e sanitarie di massima qualità. Elevato anche il grado di comunicazione e di comprensione dei messaggi, tra il malato e il centro di cura, che ha permesso di ottimizzando terapie e tempi di somministrazione, evitando che il paziente si muovesse in continuazione tra casa e struttura sanitaria.
“Lo studio ha dimostrato –si legge in una nota rilasciata dall’ospedale di Barcellona – che la sanità virtuale da remoto consente un controllo completo del paziente da parte del medico e un sostegno farmaceutico e psicologico di massima qualità, come se la visita e la terapia avvenissero nell’ospedale”.
In un precedente Rapporto, sempre dedicato alla sanità elettronica e virtuale, pubblicato dall’Università di Toronto su PLos One a gennaio 2011, si leggeva che: “L’85% dei pazienti coinvolti nella sperimentazione si dichiaravano contenti e soddisfatti delle cure ricevute, del rapporto con lo staff medico e della qualità della vita raggiunta nonostante la malattia”. Un dato, quest’ultimo, che troppo spesso viene sottovalutato, ma che in realtà è parte rilevante di un processo di guarigione. Gli ospedali, in genere, non sono percepiti dal paziente come luoghi confortevoli e la condizione psicologica di partenza, nella somministrazione di una terapia medica, è considerata fondamentale per l’esito stesso della cura.
Flavio Fabbri
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eHEALTH: studio spagnolo, ‘Visite virtuali efficaci quanto quelle in ospedale’
La possibilità di essere curati da remoto e magari tra le mura confortevoli della nostra casa non è più un sogno o un’ipotesi fantascientifica. La sanità elettronica, o eHealth, sta facendo passi da giganti e il progresso tecnologico sta favorendo un reale cambiamento nel rapporto tra paziente/utente e le strutture sanitarie.
Un recente studio sulla telemedicina chiamato “Hospital VIHrtual”, condotto dal Dr. Felipe Garcia e dal Dr. Agata León, presso l’Hospital Clínic Service of Infectious Diseases di Barcellona e diretto dal Dr. Josep Gatell, ha dimostrato in un periodo di osservazione lungo 5 anni, che la qualità delle cure virtuali ricevute da remoto dal paziente è la stessa identica di quelle ricevute in un ospedale.
Non solo, la ricerca ha evidenziato un maggiore scambio di comunicazione tra i medici e il malato, con un apprezzabile incremento delle conoscenze e delle informazioni passate dal personale medico all’utente/paziente. Il documento, pubblicato sulla rivista scientifica PLos One, nasce dall’applicazione della medicina e della sanità virtuale a 200 malati di HIV precedentemente ospitati nella struttura ospedaliera. Il programma di telemedicina in questione ha utilizzato, come previsto dal programma di sperimentazione, strumenti di videoconference e telepresence.
Durante il periodo di cura virtuale, il paziente ha ricevuto controlli costanti da parte del medico in modalità remota, con l’applicazione di terapie farmaceutiche, psicologiche e sanitarie di massima qualità. Elevato anche il grado di comunicazione e di comprensione dei messaggi, tra il malato e il centro di cura, che ha permesso di ottimizzando terapie e tempi di somministrazione, evitando che il paziente si muovesse in continuazione tra casa e struttura sanitaria.
“Lo studio ha dimostrato –si legge in una nota rilasciata dall’ospedale di Barcellona – che la sanità virtuale da remoto consente un controllo completo del paziente da parte del medico e un sostegno farmaceutico e psicologico di massima qualità, come se la visita e la terapia avvenissero nell’ospedale”.
In un precedente Rapporto, sempre dedicato alla sanità elettronica e virtuale, pubblicato dall’Università di Toronto su PLos One a gennaio 2011, si leggeva che: “L’85% dei pazienti coinvolti nella sperimentazione si dichiaravano contenti e soddisfatti delle cure ricevute, del rapporto con lo staff medico e della qualità della vita raggiunta nonostante la malattia”. Un dato, quest’ultimo, che troppo spesso viene sottovalutato, ma che in realtà è parte rilevante di un processo di guarigione. Gli ospedali, in genere, non sono percepiti dal paziente come luoghi confortevoli e la condizione psicologica di partenza, nella somministrazione di una terapia medica, è considerata fondamentale per l’esito stesso della cura.
Flavio Fabbri
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