Hiv, una battaglia curabile
Hiv, una battaglia curabile
Dall'università della California la ricerca scientifica porta a obiettivi importanti
L’esperienza della prima persona “curata” dall’Hiv – il “paziente di Berlino” – suggerisce che l’Aids può diventare una malattia curabile.
Ne sono convinti lo scienziato dell’Universita’ della California Steven Deeks e il premio Nobel Francoise Barrè-Sinoussi(immunologa francese premiata con Luc Montagnier per aver scoperto l’Hiv), che presentano su ‘Nature’ un’agenda di ricerca internazionale per rendere questo obiettivo una realtà.
Le tappe della battaglia finale contro l’Aids sono al centro dell’International Aids Conference a Washington DC. La nuova spinta verso la cura della malattia arriva dunque, secondo gli scienziati, dal caso di Timothy Brown: dopo un trapianto di midollo la sua infezione da Hiv è come “sparita”. Dopo essere diventato sieropositivo e aver iniziato la terapia anti-retrovirale, l’uomo aveva sviluppato una leucemia mieloide acuta.
L’unica possibilità di sopravvivenza per lui era rappresentata dal trapianto di midollo, ma dopo l’intervento l’uomo non solo e’ guarito dalla leucemia: l’infezione da Hiv non e’ stata piu’ rilevabile nel sangue.
Per gli scienziati questa esperienza, insieme a quella delle persone infette che riescono “naturalmente a controllare il virus”, evidenzia la possibilità di curare la malattia. E se lo sviluppo della terapia antiretrovirale ha rivoluzionato il trattamento dell’Hiv, questi farmaci hanno effetti collaterali, possono causare resistenza virale e sono costosi.
“Chiaramente occorre un nuovo approccio”, dicono Deeks e Barrè-Sinoussi. Una rivoluzione che potrebbe partire dal nuovo “topo chimera” con sistema immunitario umano: un modello animale che replica la risposta dell’uomo al virus dell’Hiv, e potrà aiutare gli scienziati nei trial di potenziali vaccini.
L’animale, messo a punto dai ricercatori americani del Ragon Institute of Massachussets General Hospital, del Mit e di Harvard, è descritto su “Science of Traslational Medicine” e, secondo i ricercatori che l’hanno creato, potrebbe semplificare la ricerca di farmaci e vaccini anti-Aids.
20/7/2012
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L’esperienza della prima persona “curata” dall’Hiv – il “paziente di Berlino” – suggerisce che l’Aids può diventare una malattia curabile.
Ne sono convinti lo scienziato dell’Universita’ della California Steven Deeks e il premio Nobel Francoise Barrè-Sinoussi(immunologa francese premiata con Luc Montagnier per aver scoperto l’Hiv), che presentano su ‘Nature’ un’agenda di ricerca internazionale per rendere questo obiettivo una realtà.
Le tappe della battaglia finale contro l’Aids sono al centro dell’International Aids Conference a Washington DC. La nuova spinta verso la cura della malattia arriva dunque, secondo gli scienziati, dal caso di Timothy Brown: dopo un trapianto di midollo la sua infezione da Hiv è come “sparita”. Dopo essere diventato sieropositivo e aver iniziato la terapia anti-retrovirale, l’uomo aveva sviluppato una leucemia mieloide acuta.
L’unica possibilità di sopravvivenza per lui era rappresentata dal trapianto di midollo, ma dopo l’intervento l’uomo non solo e’ guarito dalla leucemia: l’infezione da Hiv non e’ stata piu’ rilevabile nel sangue.
Per gli scienziati questa esperienza, insieme a quella delle persone infette che riescono “naturalmente a controllare il virus”, evidenzia la possibilità di curare la malattia. E se lo sviluppo della terapia antiretrovirale ha rivoluzionato il trattamento dell’Hiv, questi farmaci hanno effetti collaterali, possono causare resistenza virale e sono costosi.
“Chiaramente occorre un nuovo approccio”, dicono Deeks e Barrè-Sinoussi. Una rivoluzione che potrebbe partire dal nuovo “topo chimera” con sistema immunitario umano: un modello animale che replica la risposta dell’uomo al virus dell’Hiv, e potrà aiutare gli scienziati nei trial di potenziali vaccini.
L’animale, messo a punto dai ricercatori americani del Ragon Institute of Massachussets General Hospital, del Mit e di Harvard, è descritto su “Science of Traslational Medicine” e, secondo i ricercatori che l’hanno creato, potrebbe semplificare la ricerca di farmaci e vaccini anti-Aids.
20/7/2012
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