PORCI SCHIFOSI!!!!!
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PORCI SCHIFOSI!!!!!
Pedofilia, nella direttiva Cei
nessun obbligo di denuncia
"Per il vescovo non esiste il dovere di segnalare il caso perché non si tratta di un pubblico ufficiale", si legge nelle linee guida della Conferenza episcopale italiana. Fra i punti del documento "c'è la massima cooperazione con la giustizia"
CITTA' DEL VATICANO - I vescovi italiani non hanno l'obbligo di denunciare alla giustizia civile i casi di sacerdoti pedofili. Lo affermano - come anticipato qualche giorno fa da Repubblica - le linee guida Conferenza episcopale. "Nell'ordinamento italiano il vescovo - si legge nel documento - non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti" di pedofilia.
Entrano così in vigore oggi, con la loro pubblicazione, le linee guida della Cei "per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici" richieste dalla Santa Sede ad ogni episcopato mondiale. Il documento ha già fatto "un passaggio informale, ma autorevole" dalla congregazione Vaticana per la dottrina della fede, che "ha preso atto che la conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente" la richiesta avanzata dal Vaticano dopo lo scoppio dello scandalo nel 2010 e il 'giro di vite' della normativa canonica voluta dal Papa.
Fra i punti la cooperazione con la giustizia. "I vescovi hanno sviluppato - ha detto il segretario generale Mariano Crociata, rispondendo ai giornalisti - una cooperazione davvero ordinaria con i magistrati italiani. Auspico che si sviluppi a tutti i livelli nelle nostre collettività, perchè casi di abiso sui minori purtroppo sono numerosi in tanti ambienti. Da parte nostra è
in atto e c'è la massima collaborazione con i giudici".
Rispondendo a una domanda specifica, monsignor Crociata ha poi escluso che "il reinserimento" dei sacerdoti colpevoli possa costituire un pericolo per i minori. "Il reinserimento - ha affermato - non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no".
Sono stati 135 i casi di preti pedofili denunciati dalle diocesi italiani alla congregazione per la dottrina della fede - il dicastero Vaticano responsabile per gli abusi su minori commessi dai preti - tra il 2000 e il 2011. In particolare, di questi 135 casi, 53 sacerdoti sono stati "condannati", senza specificare i provvedimenti presi nei loro confronti dall'autorità ecclesiastica, 4 "assolti", mentre gli altri casi sono ancora in fase di istruttoria.
Quanto ai rapporti con la magistratura italiana, 77 dei 135 sacerdoti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria, con l'esito di 22 condanne in primo grado, 17 in secondo grado, 21 patteggiamenti, 5 assoluzioni mentre 12 casi sono stati archiviati.
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nessun obbligo di denuncia
"Per il vescovo non esiste il dovere di segnalare il caso perché non si tratta di un pubblico ufficiale", si legge nelle linee guida della Conferenza episcopale italiana. Fra i punti del documento "c'è la massima cooperazione con la giustizia"
CITTA' DEL VATICANO - I vescovi italiani non hanno l'obbligo di denunciare alla giustizia civile i casi di sacerdoti pedofili. Lo affermano - come anticipato qualche giorno fa da Repubblica - le linee guida Conferenza episcopale. "Nell'ordinamento italiano il vescovo - si legge nel documento - non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti" di pedofilia.
Entrano così in vigore oggi, con la loro pubblicazione, le linee guida della Cei "per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici" richieste dalla Santa Sede ad ogni episcopato mondiale. Il documento ha già fatto "un passaggio informale, ma autorevole" dalla congregazione Vaticana per la dottrina della fede, che "ha preso atto che la conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente" la richiesta avanzata dal Vaticano dopo lo scoppio dello scandalo nel 2010 e il 'giro di vite' della normativa canonica voluta dal Papa.
Fra i punti la cooperazione con la giustizia. "I vescovi hanno sviluppato - ha detto il segretario generale Mariano Crociata, rispondendo ai giornalisti - una cooperazione davvero ordinaria con i magistrati italiani. Auspico che si sviluppi a tutti i livelli nelle nostre collettività, perchè casi di abiso sui minori purtroppo sono numerosi in tanti ambienti. Da parte nostra è
in atto e c'è la massima collaborazione con i giudici".
Rispondendo a una domanda specifica, monsignor Crociata ha poi escluso che "il reinserimento" dei sacerdoti colpevoli possa costituire un pericolo per i minori. "Il reinserimento - ha affermato - non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no".
Sono stati 135 i casi di preti pedofili denunciati dalle diocesi italiani alla congregazione per la dottrina della fede - il dicastero Vaticano responsabile per gli abusi su minori commessi dai preti - tra il 2000 e il 2011. In particolare, di questi 135 casi, 53 sacerdoti sono stati "condannati", senza specificare i provvedimenti presi nei loro confronti dall'autorità ecclesiastica, 4 "assolti", mentre gli altri casi sono ancora in fase di istruttoria.
Quanto ai rapporti con la magistratura italiana, 77 dei 135 sacerdoti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria, con l'esito di 22 condanne in primo grado, 17 in secondo grado, 21 patteggiamenti, 5 assoluzioni mentre 12 casi sono stati archiviati.
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