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Intervista a R.Gallo: la ricerca HIV ad una svolta?

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Messaggio Da Rafael Sab 15 Gen - 22:19

Un'intervista a Robert Gallo, direttore dell'Institute of Human Virology all'Universita' della Maryland School of Medicine in Baltimore USA

Negli anni, il professor Gallo ed i suoi collaboratori hanno ottenuto una serie di scoperte visionarie nel campo della biologia delle cellule del sangue umano e i retrovirus umani. Hanno scoperto dapprima IL-2 nel 1976, quindi il primo retrovirus umano, l'HTLV1, nel 1980 e, un anno piu' tardi, l'HTLV2.Il prof. Gallo ed i suoi colleghi hanno anche scoperto indipendentemente l'HIV e fornito i primi risultati per dimostrare che l'HIV era la causa dell'AIDS. Hanno anche sviluppato il test sanguigno per l'HIV. Nel 1986, il prof Gallo ed i suoi collaboratori hanno scoperto l'HHV-6 e nel 1995, il primo inibitore endogeno dell'HIV, le beta chemiokine. Nel 1996, dopo 30 anni al National Cancer Institute (NCI) del NIH, Gallo ha abbandonato per formare l'Institute of Human Virology (IHV) dell'Universita' del Maryland School of Medicine in Baltimore dov'e´ancora il Direttore.

Prof. Gallo ha ricevuto numerose onoreficenze scientifiche e riconoscimenti includendo l'Albert Asker Prize, il World Health Award e piu' recentemente il massimo premio d'Israele, il premio Dan David.

Alain Lafeuillade : Sembra che i termini "cura sterilizzante per l'HIV" e "cura funzionale per l'HIV" non siano piu' parolacce per gli scienziati. Qual e' la principale deficienza nella nostra conoscenza riguardo la persistenza dell'HIV che dovrebbe essere risolta prima che possiamo affrontare nuove strategie per raggiungere questi obiettivi?
Robert C. Gallo : La risposta e' dimostrare chiaramente gli esatti tipi cellulari che sono la fonte della persistenza dell'HIV. Questo significa le cellule che stanno al di fuori delle comuni cellule T di memoria che attualmente sono quelle studiate principalmente e dimostrare che il cosiddetto "purgare" queste cellule con meccanismi di attivazione condurra' alla loro morte. Per il momento e' questo l'assunto.

AL: Pensa che il concetto di remissione libera da farmaci anti HIV di lungo termine sia realistica o un sogno?
RCG : Bene, io posso solo rispondere con l'attuale,disponibile informazione. Al momento, non so che qualcuno si senta completamente sicuro di bloccare i farmaci per un lungo periodo e mantenere la remissione. Io non mi sentirei cosi'. Tuttavia questo non significa che non sia fattibile.
Percio', in un certo senso, non e' un "sogno" e' un'idea che un giorno potrebbe essere fruibile. Se dovessi fare una previsione, direi che ad ogni modo non lo vedremo presto. Farei piu' attenzione ai risultati di Jacques Leibowitch che la terapia possa essere necessaria solo per alcuni giorni la settimana piuttosto che giornalmente.

AL : all'ultimo meeting di Tropea sull'HIV, Carl June ha mostrato una strategia che utilizza una popolazione di cellule immunitarie resistenti all'HIV per ricostituire un reservoir di cellule T sane e non infettabili in soggetti gia' infettati. Pensa che possiamo combattere solamente la depressione immunitaria senza liberarci di una persistente viremia, infiammazione etc.?
RCG : no, non lo penso.

AL : sul fronte delle citokine, alcuni ricercatori sperano di usare IL-7 sia per ricostituire un sistema immunitario potente sia per far uscire l'HIV dai latenti reservoir. Quali sono i suoi sentimenti riguardo le promesse terapeutiche dell'IL-7?
RCG : io penso che l'idea sia logica e la gente stia presentando alcune scoperte incoraggianti in questa direzione. Tuttavia, come sai, io mantengo sempre alcune riserve sull'intera strategia. La mia riserva si basa su due assunti: 1) che quando purghiamo, le cellule infette che rilasciano il virus, moriranno e 2) che gli agenti antivirali bloccheranno virtualmente tutto il virus rilasciato. Se questi assunti non sono completamente sicuri, il virus potrebbe diffondere nel cervello e le cellule infette, in alcuni casi potrebbero ancora essere in giro.

AL : Altri ripongono la loro fiducia in agenti anti-latenza, quali gli inibitori HDAC, per purgare il reservoir. In un recente editoriale in AIDS, Janice Clements, fa appello per una pausa, argomentando che questi farmaci potrebbero mettere il reservoir del cervello fuori controllo. Lei direbbe "pausa" oppure "facciamo e stiamo a vedere"?
RCG : io direi facciamolo nelle scimmie e stiamo a vedere. E se gli esperimenti sulle scimmie vanno avanti propriamente, proseguirei.

AL : Con la crisi finanziaria, e' possibile finanziare sia l'accesso alle cure nei Paesi poveri, ricercare una cura e ricercare un vaccino,o bisogna fare una scelta?
RCG : Io non sono sufficientemente esperto riguardo all'economia e sociologia e sarei veramente una pessima persona a dare indicazioni in tali materie. Tuttavia, un minimo posso dire con certezza che dobbiamo portare terapia all'Africa e ad alcune della altre nazioni in via di sviluppo come priorita' numero uno. E, dopo di quello, finanziati dalle agenzie givernative e fondazioni, possiamo sostenere le altre necessita' della ricerca. Certamente dobbiamo trovare denaro per la ricerca del vaccino.

AL : Lei era piuttosto pessimista alcuni anni fa riguardo la ricerca del vaccino HIV. Il vostro Istituto sta lavorando attualmente duro riguardo ad esso: che cosa ha causato questo cambiamento e qual'e´l'agenda, se puo' dirlo?
RCG: Bene, io non ho mai pensato che fosse impossibile ottenere un vaccino. La prova e' che c'ho lavorato su da quando e' cominciato il campo.
Il pessimismo era dovuto che alcuni (vaccini) candidati, scelti per partecipare ai trials, non erano costruiti secondo scienza e non avrebbero dovuto continuare.
La mia seconda preoccupazione era che non c'era un sufficiente numero di scimmie disponibile per le ricerche e che gli studi prendevano un tempo lungo per ogni genere di risultato conclusivo.
La terza ragione per una certa mancanza di entusiasmo era il fatto che l'HIV si integra e questo fatto richiede che otteniamo precocemente un reale blocco, presumibilmente con anticorpi, e che manteniamo gli anticorpi che durino per un lungo periodo perche' un virus che si integra non ci da' tempo per sviluppare una risposta immune appropriata, una considerazione che non ha ricevuto abbastanza apprezzamento.
Negli ultimi anni,io sono piu' ottimista perche' nell'HIV possiamo vedere un cammino verso un vaccino preventivo.

Stiamo lavorando attivamente sul nostro approccio attraverso il sostegno dell'US National Institutes of Health e specialmente la Fondazione di Bill e Melinda Gates. Abbiamo ottenuto i piu' interessanti risultati negli ultimi tre o quattro anni. Io spero che ci siano presto trials clinici e posso almeno promettere che l'approccio e' logico e basato su risultati scientifici. Qual'e´l'approccio HIV? Si basa sulla proteina dell'involucro gp120 attenuata. La modificazione sta nel legame del gp120 con la regione del CD4 che lega il gp120. L'interazione stabilizza l'altrimenti mobile gp120 che rende difficile bersagliare le regioni critiche del gp120. "Apre" anche il gp120 cosi' c'e´una maggior esposizione di siti, cosi' come il co-recettore CCR5 che lega le aree di gp120, che sono funzionalmente richieste dall'HIV per infettare le sue cellule bersaglio.
E' importante che questi siti siano conservati, cosicche' non ci sia piu' il problema della fuga dagli anticorpi in seguito alla variabilita' dell'HIV.
Rafael
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Intervista a R.Gallo: la ricerca HIV ad una svolta? Empty Re: Intervista a R.Gallo: la ricerca HIV ad una svolta?

Messaggio Da Jago Sab 29 Gen - 15:44

Al di là delle ricerche effettuate dal prof. Gallo, dal prof. Caruso, dalla dott.ssa Ensoli e da altri scienziati di cui non ricordo i nomi (uno mi pare si chiami Yamamoto), cosa c'è di nuovo a livello terapeutico di prossima uscita? A riguardo mi sembra ci sia un silenzio assordante solo se pensiamo che l'ultimo antivirale approvato sia l'Intelence, che peraltro viene prescritto come farmaco di II o III linea a pazienti pretrattati. Possibile che non si riesca ad andare oltre la classica (e ancor micidiale) Haart?
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