OLTRE CONFINE...
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Re: OLTRE CONFINE...
Forte terremoto in Messico: magnitudo 7,9
La scossa vicina ad Acapulco ma avvertita anche nella Capitale. No allarme tsunami.
Forte terremoto in Messico, con magnitudo pari a 7,9 (e non 7,6 come trapelava in un primo momento). La scossa (il cui epicentro potete vedere nella cartina) è stata distintamente avvertita ad Acapulco ed anche nella capitale del paese, a Città del Messico, dove gli edifici sono oscillati per diversi secondi.
Il terremoto - alle 18.02 ora italiana - ha colpito Ometepec, nel sud ovest del Messico, a 186 chilometri da Acapulco. Lo riferisce l'istituto statunitense Geological Survey, indicando una profondità stimata di 18 chilometri.
Non ci sarebbero danni nello stato di Oaxaca, ma sono saltate le linee telefoniche. L'epicentro è a 525 chilometri a est di Ometepec, nello stato del Guerrero. Non è stato lanciato l'allarme tsunami, anche se, avverte il Pacific Tsunami Warning Center, potrebbero esserci onde anomale con effetti locali.
L'intensità della scossa è leggermente inferiore a quella del 19 settembre 1985 che sconvolse Città del Messico provocando in tutto circa 9500 morti.
SEMBRA PROPRIO CHE LE PREVISIONI MAYA SI STIANO AVVERANDO!!!!!
La scossa vicina ad Acapulco ma avvertita anche nella Capitale. No allarme tsunami.
Forte terremoto in Messico, con magnitudo pari a 7,9 (e non 7,6 come trapelava in un primo momento). La scossa (il cui epicentro potete vedere nella cartina) è stata distintamente avvertita ad Acapulco ed anche nella capitale del paese, a Città del Messico, dove gli edifici sono oscillati per diversi secondi.
Il terremoto - alle 18.02 ora italiana - ha colpito Ometepec, nel sud ovest del Messico, a 186 chilometri da Acapulco. Lo riferisce l'istituto statunitense Geological Survey, indicando una profondità stimata di 18 chilometri.
Non ci sarebbero danni nello stato di Oaxaca, ma sono saltate le linee telefoniche. L'epicentro è a 525 chilometri a est di Ometepec, nello stato del Guerrero. Non è stato lanciato l'allarme tsunami, anche se, avverte il Pacific Tsunami Warning Center, potrebbero esserci onde anomale con effetti locali.
L'intensità della scossa è leggermente inferiore a quella del 19 settembre 1985 che sconvolse Città del Messico provocando in tutto circa 9500 morti.
SEMBRA PROPRIO CHE LE PREVISIONI MAYA SI STIANO AVVERANDO!!!!!
silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
Hai regione sembra che la violenza stia aumentando nel mondo.. Sara' colpa della crisi globale.. ??
Gex- Admin
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Re: OLTRE CONFINE...
mah..io credo che la crisi non è solo finanziaria.. il genere umano sembra avere perduto l'orientamento..delle volte ho l'impressione,anche solo semplicemente nel traffico quotidiano, di fare parte di un gruppo di tori inferociti pronti ad incornarti al minimo starnuto...
silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
Gex ha scritto:Hai regione sembra che la violenza stia aumentando nel mondo.. Sara' colpa della crisi globale.. ??
Io credo che la razza umana abbia un solo mezzo per ripristinare un certo equilibrio e sia la guerra. E' brutto e non piace ma penso che sia così.
La pace e il progresso portano enormi benefici in tutti i campi ma producono miti, beni e aspirazioni sempre maggiori che a loro volta creano bisogni e frustrazioni. La guerra per quanto arresti la crescita evita le crisi di sistema ed è una sorta di "reset" dell'intero sistema, non solo economico.
Non sono certo un guerrafondaio ma resto dell'idea che milioni di anni di evoluzionismo non abbiano cambiato quelli che sono gli istinti, i bisogni e le frustrazioni dell'essere umano. E ad oggi non mi sembra che siamo riusciti a trovare un sistema alternativo a quanto la storia ci ha duramente insegnato.
Freddy65
freddy65- Messaggi : 383
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Re: OLTRE CONFINE...
potrei essere d'accordo con te,Freddy, se le guerre non fossero programmate e ideate da soggetti diversi rispetto a quelli che ci rimettono la vita...l'istinto animalesco che non siamo riusciti a scrollarci di dosso nonostante l'evoluzione..risulta spesso un'arma a doppio taglio...
silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
silence ha scritto:potrei essere d'accordo con te,Freddy, se le guerre non fossero programmate e ideate da soggetti diversi rispetto a quelli che ci rimettono la vita......
Perchè, i governi, le società e le economie sono forse ideate da quelli che ci vivono e le mantengono?
Ma sono comunque d'accordo con te. Per quanto mi riguarda la peggiore delle vite non vale la migliore delle idee...altrui!
Dovremmo avere delle soluzioni diverse o quanto meno dovremmo essere in grado di riuscire a trovarle.
Freddy65
freddy65- Messaggi : 383
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Re: OLTRE CONFINE...
Perchè, i governi, le società e le economie sono forse ideate da quelli che ci vivono e le mantengono?
Freddy65
Purtroppo no..anche se credo che non cambierebbe nulla....IL POTERE LOGORA CHI CE L'HA....
Freddy65
Purtroppo no..anche se credo che non cambierebbe nulla....IL POTERE LOGORA CHI CE L'HA....
silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
ma io dico ...un presidente con delle idee così risolutorie dovrebbe essere clonato e messo a disposizione dell'intero sistema solare!!! Ma roba da matti ..e nel dire cose così ovvie che è diventato un luminare!!!
Medio Oriente, Monti: "Soluzione? 2 Stati Attraverso Un Negoziato"
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Medio Oriente, Monti: "Soluzione? 2 Stati Attraverso Un Negoziato"
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silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
la Repubblica 14 aprile 2012
Siria: "Bombe su Homs"
L'Onu approva l'invio osservatori
Denunciata la violazione del cessate il fuoco: le truppe del regime hanno bombardato i quartieri di Jurat al-Shayah e di Al-Qarabis. Due morti ad Hama. I Quindici autorizzano un team di 'anticipo' non armato per monitorare la tregua, mantenere i contatti con le parti e riferire sull'attuazione dello stop alla violenza
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"impegno del regime a porre fine alle violenze"...io un regime che non usa la violenza non l'ho ancora conosciuto!!
Siria: "Bombe su Homs"
L'Onu approva l'invio osservatori
Denunciata la violazione del cessate il fuoco: le truppe del regime hanno bombardato i quartieri di Jurat al-Shayah e di Al-Qarabis. Due morti ad Hama. I Quindici autorizzano un team di 'anticipo' non armato per monitorare la tregua, mantenere i contatti con le parti e riferire sull'attuazione dello stop alla violenza
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"impegno del regime a porre fine alle violenze"...io un regime che non usa la violenza non l'ho ancora conosciuto!!
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Re: OLTRE CONFINE...
Il Fatto Quotidiano 15 aprile 2012
Vietato volo a 7 attivisti italiani: erano diretti a Tel Aviv per il ‘Flytilla Day’
I manifestanti - tra cui il vignettista Vauro Senesi - dovevano atterrare allo scalo internazionale della città israeliana, al pari di altri 'colleghi' provenienti da diverse città, e poi dirigersi a Betlemme per alcuni progetti educativi a favore dei palestinesi. Il divieto d'imbarco è stato imposto "su direttiva dello Stato di Israele"
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ma stiamo parlando di Israele???? L'unica democrazia del medio-oriente??? Ma no su... lo hanno fatto solo per quel pericoloso antisemita di Vauro!!!
Vietato volo a 7 attivisti italiani: erano diretti a Tel Aviv per il ‘Flytilla Day’
I manifestanti - tra cui il vignettista Vauro Senesi - dovevano atterrare allo scalo internazionale della città israeliana, al pari di altri 'colleghi' provenienti da diverse città, e poi dirigersi a Betlemme per alcuni progetti educativi a favore dei palestinesi. Il divieto d'imbarco è stato imposto "su direttiva dello Stato di Israele"
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ma stiamo parlando di Israele???? L'unica democrazia del medio-oriente??? Ma no su... lo hanno fatto solo per quel pericoloso antisemita di Vauro!!!
silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
16 APRILE 2012 Repubblica.it
Israele: soldato colpisce al volto attivista Flytilla
È polemica in Israele in seguito al video diffuso in rete che ritrae un soldato dell'esercito di Tel Aviv colpire brutalmente con il fucile in dotazione il volto di un manifestante pacifista della "Freedom Flytilla". Il filmato, pubblicato su YouTube, è stato criticato dal primo ministro Benjamin Netanyahu secondo cui "il comportamento del militare non caratterizza gli ufficiali dello Stato d'Israele"
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Israele: soldato colpisce al volto attivista Flytilla
È polemica in Israele in seguito al video diffuso in rete che ritrae un soldato dell'esercito di Tel Aviv colpire brutalmente con il fucile in dotazione il volto di un manifestante pacifista della "Freedom Flytilla". Il filmato, pubblicato su YouTube, è stato criticato dal primo ministro Benjamin Netanyahu secondo cui "il comportamento del militare non caratterizza gli ufficiali dello Stato d'Israele"
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Re: OLTRE CONFINE...
la Repubblica 16 aprile 2012
Breivik in aula a Oslo: "Non colpevole"
E piange per il suo video propaganda
In tribunale l'estremista di destra che nel luglio scorso uccise 77 persone nella capitale e nell'isola di Utoya dove era in corso un raduno dei giovani laburisti. Sfida i giudici: "Non riconosco l'autorità della corte". E dichiara: "Azioni crudeli ma necessarie contro i traditori dello stato". Ma si commuove guardando le immagini diffuse dopo gli attentati. Scontro di perizie
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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] fermate questo pazzo!!!!
Breivik in aula a Oslo: "Non colpevole"
E piange per il suo video propaganda
In tribunale l'estremista di destra che nel luglio scorso uccise 77 persone nella capitale e nell'isola di Utoya dove era in corso un raduno dei giovani laburisti. Sfida i giudici: "Non riconosco l'autorità della corte". E dichiara: "Azioni crudeli ma necessarie contro i traditori dello stato". Ma si commuove guardando le immagini diffuse dopo gli attentati. Scontro di perizie
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Re: OLTRE CONFINE...
PAUL KRUGMAN: L’EUROPA SI STA SUICIDANDO
L’Europa sta letteralmente commettendo un suicidio economico. Parola del premio Nobel per l’economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.
Tratto da: PAUL KRUGMAN: L’EUROPA SI STA SUICIDANDO | Informare per Resistere [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
L’Europa sta letteralmente commettendo un suicidio economico. Parola del premio Nobel per l’economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.
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Re: OLTRE CONFINE...
Ilan Pappe’: “Apartheid?Un pic nic in confronto a quello che subiscono i palestinesi!
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Lo storico israeliano Ilan Pappe e l’attivista sudafricano anti-apartheid ed ex ministro Ronnie Kasrils il 10 marzo scorso hanno parlato al Parlamento britannico dell’opposizione all’apartheid. Paragonando la natura oppressiva del vecchio regime dell’apartheid sudafricano e dell’attuale governo israeliano, hanno evidenziato la strada che la Palestina ha davanti a sé.
Ilan Pappe: “Il sionismo è un progetto di mistificazione che ha avuto molto successo”. Si può lottare contro l’inganno anche quando non si può lottare contro l’occupazione
Basta leggere il titolo di uno dei suoi libri, La pulizia etnica della Palestina, per capire perché tanti membri della società israeliana con la mentalità ristretta si sono assunti la missione di rendere la vita impossibile al coraggioso e sincero accademico, il professor Ilan Pappe. Ci sono riusciti così bene che si è visto costretto a lasciare Israele, il suo Paese di nascita. Dopo le continue minacce di morte e petizioni per la sua espulsione è andato a vivere in Gran Bretagna. “La sconfitta di Israele è la nostra vittoria”, è stato detto in questo programma. Attualmente professore di storia all’Università di Exeter, Ilan Pappe è un ebreo israeliano e uno dei membri più importanti dei cosiddetti Revisionisti o Nuovi Storici. Il nucleo del suo lavoro è svelare i miti del sionismo e descrivere quello che è veramente.
Il sionismo è un progetto di mistificazione che ha avuto molto successo”, ha affermato, ed ha aggiunto che “l’elemento più importante di cui un attivista dovrebbe essere cosciente è l’elemento della mistificazione. È un elemento estremamente importante”. Per Ilan Pappe il defunto professore palestinese Edward Said è stato uno dei primi intellettuali a segnalare questa mistificazione.
Bisogna affrontare la mistificazione che utilizza Israele per coprire i suoi crimini perché può avere conseguenze molto gravi. Per esempio, la missione investigativa delle Nazioni Unite che elaborò il Rapporto Goldstone non fu la prima commissione che investigò su Israele per i suoi crimini di guerra. Dopo l’invasione israeliana del Líbano nel 1982 venne creata la Commissione McBride che arrivò alla conclusione che Israele aveva commesso crimini di guerra e probabilmente crimini contro l’umanità. Tuttavia, ha dichiarato il professor Pappe, “il Rapporto McBride venne insabbiato”. Alle Nazioni Unite nessuno Stato lo prese sul serio. Ha affermato che questo dimostra il potere della mistificazione sionista. Appena tre mesi dopo i brutali massacri israeliani in Libano i media e i politici occidentali avevano già preso per buone le scuse di Israele e la sua falsa versione di quello che era successo. Israele si limitó ad affermare che il problema in Libano era un problema tra libanesi cristiani e libanesi musulmani, e che in realtà non aveva niente a che vedere con quelli. I media occidentali “digerirono” questa menzogna senza tener conto per niente dei fatti. Ma il Rapporto Goldstone, afferma Pappe, ha l’opportunità di avere una sorte diversa se ora ci rendiamo conto delle tattiche sioniste. Per il momento esiste il pericolo che la storia si ripeta nel senso che l’attacco israeliano a Gaza parla da solo e, tuttavia, sembra che l’Occidente abbia la stessa volontà che nel 1982 di accettare la versione israeliana dei fatti quando [gli israeliani] affermano che “abbiamo poco di cui sentirci colpevoli, c’è poco di cui incolparsi….”, semplicemente, continuiamo [In effetti, come abbiamo informato pochi giorni fa su MEMO, l’ex presidente dello Shin Bet israeliano ha detto esattamente a Londra lo scorso 8 marzo: “Dimentichiamo il passato e andiamo avanti”].
Pappe ha spiegato che la mistificazione del sionismo ha dietro di sé tutto un apparato di Stato. Tutte le risorse dello Stato di Israele vengono canalizzate per vendere alle persone che vivono lì e in tutto il mondo la sua propria “versione” dei fatti per fornire una copertura alla successiva incursione militare israeliana.
Questo è il lato deprimente della questione. Tuttavia, in tono più ottimista Pappe ha dichiarato che sebbene i palestinesi non dispongano della potenza militare, della forza economica e neanche delle risorse fondamentali, hanno dalla loro parte attivisti e accademici, per cui si può e si deve lottare contro la mistificazione, anche quando non si può lottare fisicamente contro l’occupazione. Esiste almeno un ambito nella lotta fra il sionismo e i palestinesi nel quale c’è un campo di gioco ancora più grande e nel quale i palestinesi stanno vincendo: Israele di fronte alla Palestina è anche il ricco di fronte al povero; forza diplomatica (Israele è appoggiato da una superpotenza) di fronte a un movimento nazionale frammentato; potenza militare di fronte a una popolazione civile. Con tutto ciò, quando si arriva a conoscere [i fatti], la Palestina prevale sulla bilancia del potere. Grazie alla diffusione della conoscenza genuina e di una narrazione storica veritiera, al movimento de solidarietà con la Palestina, a Internet, all’informazione onesta dei media, ecc, “Israele ha perso”.
Delegittimare Israele? È il momento di un “cambio di regime”
Israele sta prendendo molto seriamente la cosiddetta campagna per “delegittimare Israele”. Agli israeliani che vanno all’estero viene anche fornito un “kit” speciale all’aeroporto che si suppone possa aiutarli ad essere ambasciatori del loro Paese in terra straniera. Ma, afferma Pappe, in realtà non esiste una campagna per delegittimare Israele. È una minaccia immaginaria che hanno creato gli israeliani. “Nulla può giustificare 10.000 prigionieri politici, molti di loro bambini”. Nulla in nessun codice morale o etico può giustificare 40 anni di occupazione. “Non si può mantenere una giustificazione etica per 40 anni”. Per questo, invece di affrontare i problemi etici, morali e pratici che minacciano Israele, “creano una minaccia immaginaria contro Israele”, la minaccia del Movimento di Solidarietà con la Palestina e anche la “minaccia di Ilan Pappe”.
Negli ultimi sette-otto anni [gli israeliani] si sono concentrati sulla minaccia dell’“antisemitismo”, ma ora molti dei suoi critici sono loro stessi ebrei, per cui si stanno rendendo conto che questa lamentela non funziona più. Ora stanno sostituendo questa lamentela con una presunta minaccia alla stessa “esistenza di Israele”. Se una persona osa criticare Israele parlando di sopprimere il muro di separazione o di liberare i prigionieri detenuti illegalmente, si inalberano e affermano che questa persona “sta mettendo in discussione il diritto fondamentale di Israele a esistere”, il che non è vero. Ad opinione di Pappe, anche se lo “Stato” di Israele può aver diritto ad esistere, questo non significa che il “regime” in Israel abbia diritto a esistere. I regimi cambiano costantemente, ha dichiarato, e con l’approvazione del pubblico ha rilevato che l’Occidente è un deciso difensore del “cambio di regime” in Iraq come in qualsiasi altra parte del mondo. Gli israeliani affermano di aderire agli alti principi dei valori etici, cosa che è una grande notizia perché se è veramente così, loro stessi dovrebbero essere i primi a chiedere un cambio de regime a Tel Aviv.
....Se non “fermiamo la follia del razzista Stato canaglia di Israele”, ha affermato, non saranno nei guai solo i palestinesi, ma tutto questo arriverà più lontano, fino alle nostre porte in Gran Bretagna. Israele parla di attacchi nucleari all’Iran. Saremo al sicuro rispetto a questo? “Stiamo affrontando l’ascesa di un mostro”, ha indicato. “Più le cose si mettono male per le canaglie al potere più si comportano in modo mostruoso. Nel passato l’umanità si è ribellata e dobbiamo ribellarci di nuovo”. Ha invitato ad appoggiare gruppi come la Campagna di Solidarietà con la Palestina, a lavorare uniti per la giustizia e ad appoggiare il popolo palestinese.
Tratto da: Ilan Pappe’: “Apartheid?Un pic nic in confronto a quello che subiscono i palestinesi!” | Informare per Resistere [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
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Ilan Pappe: “Il sionismo è un progetto di mistificazione che ha avuto molto successo”. Si può lottare contro l’inganno anche quando non si può lottare contro l’occupazione
Basta leggere il titolo di uno dei suoi libri, La pulizia etnica della Palestina, per capire perché tanti membri della società israeliana con la mentalità ristretta si sono assunti la missione di rendere la vita impossibile al coraggioso e sincero accademico, il professor Ilan Pappe. Ci sono riusciti così bene che si è visto costretto a lasciare Israele, il suo Paese di nascita. Dopo le continue minacce di morte e petizioni per la sua espulsione è andato a vivere in Gran Bretagna. “La sconfitta di Israele è la nostra vittoria”, è stato detto in questo programma. Attualmente professore di storia all’Università di Exeter, Ilan Pappe è un ebreo israeliano e uno dei membri più importanti dei cosiddetti Revisionisti o Nuovi Storici. Il nucleo del suo lavoro è svelare i miti del sionismo e descrivere quello che è veramente.
Il sionismo è un progetto di mistificazione che ha avuto molto successo”, ha affermato, ed ha aggiunto che “l’elemento più importante di cui un attivista dovrebbe essere cosciente è l’elemento della mistificazione. È un elemento estremamente importante”. Per Ilan Pappe il defunto professore palestinese Edward Said è stato uno dei primi intellettuali a segnalare questa mistificazione.
Bisogna affrontare la mistificazione che utilizza Israele per coprire i suoi crimini perché può avere conseguenze molto gravi. Per esempio, la missione investigativa delle Nazioni Unite che elaborò il Rapporto Goldstone non fu la prima commissione che investigò su Israele per i suoi crimini di guerra. Dopo l’invasione israeliana del Líbano nel 1982 venne creata la Commissione McBride che arrivò alla conclusione che Israele aveva commesso crimini di guerra e probabilmente crimini contro l’umanità. Tuttavia, ha dichiarato il professor Pappe, “il Rapporto McBride venne insabbiato”. Alle Nazioni Unite nessuno Stato lo prese sul serio. Ha affermato che questo dimostra il potere della mistificazione sionista. Appena tre mesi dopo i brutali massacri israeliani in Libano i media e i politici occidentali avevano già preso per buone le scuse di Israele e la sua falsa versione di quello che era successo. Israele si limitó ad affermare che il problema in Libano era un problema tra libanesi cristiani e libanesi musulmani, e che in realtà non aveva niente a che vedere con quelli. I media occidentali “digerirono” questa menzogna senza tener conto per niente dei fatti. Ma il Rapporto Goldstone, afferma Pappe, ha l’opportunità di avere una sorte diversa se ora ci rendiamo conto delle tattiche sioniste. Per il momento esiste il pericolo che la storia si ripeta nel senso che l’attacco israeliano a Gaza parla da solo e, tuttavia, sembra che l’Occidente abbia la stessa volontà che nel 1982 di accettare la versione israeliana dei fatti quando [gli israeliani] affermano che “abbiamo poco di cui sentirci colpevoli, c’è poco di cui incolparsi….”, semplicemente, continuiamo [In effetti, come abbiamo informato pochi giorni fa su MEMO, l’ex presidente dello Shin Bet israeliano ha detto esattamente a Londra lo scorso 8 marzo: “Dimentichiamo il passato e andiamo avanti”].
Pappe ha spiegato che la mistificazione del sionismo ha dietro di sé tutto un apparato di Stato. Tutte le risorse dello Stato di Israele vengono canalizzate per vendere alle persone che vivono lì e in tutto il mondo la sua propria “versione” dei fatti per fornire una copertura alla successiva incursione militare israeliana.
Questo è il lato deprimente della questione. Tuttavia, in tono più ottimista Pappe ha dichiarato che sebbene i palestinesi non dispongano della potenza militare, della forza economica e neanche delle risorse fondamentali, hanno dalla loro parte attivisti e accademici, per cui si può e si deve lottare contro la mistificazione, anche quando non si può lottare fisicamente contro l’occupazione. Esiste almeno un ambito nella lotta fra il sionismo e i palestinesi nel quale c’è un campo di gioco ancora più grande e nel quale i palestinesi stanno vincendo: Israele di fronte alla Palestina è anche il ricco di fronte al povero; forza diplomatica (Israele è appoggiato da una superpotenza) di fronte a un movimento nazionale frammentato; potenza militare di fronte a una popolazione civile. Con tutto ciò, quando si arriva a conoscere [i fatti], la Palestina prevale sulla bilancia del potere. Grazie alla diffusione della conoscenza genuina e di una narrazione storica veritiera, al movimento de solidarietà con la Palestina, a Internet, all’informazione onesta dei media, ecc, “Israele ha perso”.
Delegittimare Israele? È il momento di un “cambio di regime”
Israele sta prendendo molto seriamente la cosiddetta campagna per “delegittimare Israele”. Agli israeliani che vanno all’estero viene anche fornito un “kit” speciale all’aeroporto che si suppone possa aiutarli ad essere ambasciatori del loro Paese in terra straniera. Ma, afferma Pappe, in realtà non esiste una campagna per delegittimare Israele. È una minaccia immaginaria che hanno creato gli israeliani. “Nulla può giustificare 10.000 prigionieri politici, molti di loro bambini”. Nulla in nessun codice morale o etico può giustificare 40 anni di occupazione. “Non si può mantenere una giustificazione etica per 40 anni”. Per questo, invece di affrontare i problemi etici, morali e pratici che minacciano Israele, “creano una minaccia immaginaria contro Israele”, la minaccia del Movimento di Solidarietà con la Palestina e anche la “minaccia di Ilan Pappe”.
Negli ultimi sette-otto anni [gli israeliani] si sono concentrati sulla minaccia dell’“antisemitismo”, ma ora molti dei suoi critici sono loro stessi ebrei, per cui si stanno rendendo conto che questa lamentela non funziona più. Ora stanno sostituendo questa lamentela con una presunta minaccia alla stessa “esistenza di Israele”. Se una persona osa criticare Israele parlando di sopprimere il muro di separazione o di liberare i prigionieri detenuti illegalmente, si inalberano e affermano che questa persona “sta mettendo in discussione il diritto fondamentale di Israele a esistere”, il che non è vero. Ad opinione di Pappe, anche se lo “Stato” di Israele può aver diritto ad esistere, questo non significa che il “regime” in Israel abbia diritto a esistere. I regimi cambiano costantemente, ha dichiarato, e con l’approvazione del pubblico ha rilevato che l’Occidente è un deciso difensore del “cambio di regime” in Iraq come in qualsiasi altra parte del mondo. Gli israeliani affermano di aderire agli alti principi dei valori etici, cosa che è una grande notizia perché se è veramente così, loro stessi dovrebbero essere i primi a chiedere un cambio de regime a Tel Aviv.
....Se non “fermiamo la follia del razzista Stato canaglia di Israele”, ha affermato, non saranno nei guai solo i palestinesi, ma tutto questo arriverà più lontano, fino alle nostre porte in Gran Bretagna. Israele parla di attacchi nucleari all’Iran. Saremo al sicuro rispetto a questo? “Stiamo affrontando l’ascesa di un mostro”, ha indicato. “Più le cose si mettono male per le canaglie al potere più si comportano in modo mostruoso. Nel passato l’umanità si è ribellata e dobbiamo ribellarci di nuovo”. Ha invitato ad appoggiare gruppi come la Campagna di Solidarietà con la Palestina, a lavorare uniti per la giustizia e ad appoggiare il popolo palestinese.
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Re: OLTRE CONFINE...
mi si apre il cuore a sapere che anche qualcun altro conosce e stima Ilan Pappè... è in questi momenti che mi sento meglio...
grazie di cuore silence!!!
grazie di cuore silence!!!
HLAB5701- Messaggi : 51
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Re: OLTRE CONFINE...
Israele: sirene per due minuti, poi il silenzio per ricordare la Shoah
Gerusalemme, 19 apr - Un suono prolungato delle sirene, per due minuti, poi il silenzio: cosi' milioni di israeliani hanno ricordato oggi, alle dieci locali, l'Olocausto nazista nella giornata nazionale della memoria della Shoah. In un'atmosfera di lutto, la commemorazione si tiene nello Stato ebraico in una data diversa rispetto alla Giornata internazionale del ricordo e viene osservata otto giorni prima della festa dell'Indipendenza, sulla base del calendario lunare.
Gia' ieri dopo il tramonto sono iniziate le cerimonie, con la partecipazione del capo dello Stato, Shimon Peres e del premier Benyamin Netanyahu. Oggi manifestazioni e cerimonie sono in programma nelle scuole israeliane, a Yad Vashem, nei kibbutzim che custodiscono archivi sulla Shoah e alla Knesset, dove secondo tradizione i deputati leggono i nomi delle vittime dei lager nazisti.
Nell'occasione Netanyahu ha incentrato il suo discorso sulla minaccia attribuita ai programmi nucleari dell'Iran, da fermare - ha ribadito - affinche' non diventino un nuovo potenziale strumento di ''sterminio'' contro il popolo ebraico.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]...non si può e non si deve dimenticare quello è stato fatto agli EBREI...NON DIMENTICARE vuol dire EVITARE che queste atrocità perdurino..
Gerusalemme, 19 apr - Un suono prolungato delle sirene, per due minuti, poi il silenzio: cosi' milioni di israeliani hanno ricordato oggi, alle dieci locali, l'Olocausto nazista nella giornata nazionale della memoria della Shoah. In un'atmosfera di lutto, la commemorazione si tiene nello Stato ebraico in una data diversa rispetto alla Giornata internazionale del ricordo e viene osservata otto giorni prima della festa dell'Indipendenza, sulla base del calendario lunare.
Gia' ieri dopo il tramonto sono iniziate le cerimonie, con la partecipazione del capo dello Stato, Shimon Peres e del premier Benyamin Netanyahu. Oggi manifestazioni e cerimonie sono in programma nelle scuole israeliane, a Yad Vashem, nei kibbutzim che custodiscono archivi sulla Shoah e alla Knesset, dove secondo tradizione i deputati leggono i nomi delle vittime dei lager nazisti.
Nell'occasione Netanyahu ha incentrato il suo discorso sulla minaccia attribuita ai programmi nucleari dell'Iran, da fermare - ha ribadito - affinche' non diventino un nuovo potenziale strumento di ''sterminio'' contro il popolo ebraico.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]...non si può e non si deve dimenticare quello è stato fatto agli EBREI...NON DIMENTICARE vuol dire EVITARE che queste atrocità perdurino..
silence- Messaggi : 1970
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Re: OLTRE CONFINE...
mi associo nel ricordo per un popolo che ha subito atrocità enormi e spero che questo insegni a rispettare neri, marocchini, sudamericani e ogni altra etnia. Specialmente da parte di chi dice di avvertire il problema in maniera molto viva e siccome non mi piace l'ipocrisia:
Dora Oggetto del messaggio: Re: Nella testa dei negazionistiInviato: gio 19 apr 2012, 18:45
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Messaggi: 951 silence - 27/01/2012 ha scritto:
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Da viewtopic.php?p=11546#p11546
OGGI È YOM HA-SHOAH, IL GIORNO DELLA MEMORIA DEI MORTI DELLA SHOAH.
E QUESTA È LA MARCIA DEI VIVI, CHE RICORDANO.
mica tutti, c'è qualcuno tra i vivi che è impegnato a pensare ai vivi!
Freddy65
Dora Oggetto del messaggio: Re: Nella testa dei negazionistiInviato: gio 19 apr 2012, 18:45
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Messaggi: 951 silence - 27/01/2012 ha scritto:
IL GIORNO DELLA MEMORIA
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OGGI È YOM HA-SHOAH, IL GIORNO DELLA MEMORIA DEI MORTI DELLA SHOAH.
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Re: OLTRE CONFINE...
Addio alta velocità, i treni tedeschi andranno più piano: «Inutile viaggiare a 300 all'ora, costa troppo»
Berlino frena i treni ad alta velocità. In un'intervista al periodico «Wirtschaftswoche» il presidente delle ferrovie tedesche, Rudiger Grube, ha annunciato che la prossima generazione degli Ice - equivalenti ai TGV francesi e agli Etr 500 italiani - non viaggerà più a 300 chilometri all'ora, ma "solo" a 250. «Per la Germania la velocità di 250 chilometri all'ora è più che sufficiente - ha spiegato Grube -, tanto più che le tratte dove gli Ice possono raggiungere i 300 all'ora sono solo due: Colonia-Francoforte e Norimberga-Ingolstadt».
di Andrea Malan - Il Sole 24 Ore -
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Ma santa lò....Possibile che l'Italia non riesca a mantenere mai il passo.... Proprio adesso che c'eravamo quasi
Berlino frena i treni ad alta velocità. In un'intervista al periodico «Wirtschaftswoche» il presidente delle ferrovie tedesche, Rudiger Grube, ha annunciato che la prossima generazione degli Ice - equivalenti ai TGV francesi e agli Etr 500 italiani - non viaggerà più a 300 chilometri all'ora, ma "solo" a 250. «Per la Germania la velocità di 250 chilometri all'ora è più che sufficiente - ha spiegato Grube -, tanto più che le tratte dove gli Ice possono raggiungere i 300 all'ora sono solo due: Colonia-Francoforte e Norimberga-Ingolstadt».
di Andrea Malan - Il Sole 24 Ore -
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Ma santa lò....Possibile che l'Italia non riesca a mantenere mai il passo.... Proprio adesso che c'eravamo quasi
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Re: OLTRE CONFINE...
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Sospeso il militare israeliano che ha colpito un militante dell’Ism
L’esercito israeliano ha aperto una inchiesta contro il tenete colonnello Shalom Eisner per aver aggredito un un militante dell’International Solidarity Movement in Cisgiordania. Il militare è stato sospeso dal servizio.
Sospeso il militare israeliano che ha colpito un militante dell’Ism
L’esercito israeliano ha aperto una inchiesta contro il tenete colonnello Shalom Eisner per aver aggredito un un militante dell’International Solidarity Movement in Cisgiordania. Il militare è stato sospeso dal servizio.
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Re: OLTRE CONFINE...
e per fortuna che si chiama Shalom!!
e allora....shalom tenente colonnello!
silence....sempre sul pezzo eh!
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Re: OLTRE CONFINE...
eccerto freddy...non stiamo mica qui a misurare il culo della Merkel...
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Re: OLTRE CONFINE...
freddy65 ha scritto:mi associo nel ricordo per un popolo che ha subito atrocità enormi e spero che questo insegni a rispettare neri, marocchini, sudamericani e ogni altra etnia. Specialmente da parte di chi dice di avvertire il problema in maniera molto viva e siccome non mi piace l'ipocrisia:
Dora Oggetto del messaggio: Re: Nella testa dei negazionistiInviato: gio 19 apr 2012, 18:45
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Messaggi: 951 silence - 27/01/2012 ha scritto:
IL GIORNO DELLA MEMORIA
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OGGI È YOM HA-SHOAH, IL GIORNO DELLA MEMORIA DEI MORTI DELLA SHOAH.
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bravissimo Freddy!!!
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Re: OLTRE CONFINE...
Elezioni in Francia 2012, affluenza in lieve calo
In Francia sono 44,5 milioni i cittadini che sono chiamati ad eleggere il nuovo Presidente che prenderà posto all’Eliseo. Si svolge oggi il primo turno delle Presidenziali. La procedura di voto si è aperta alle 8 di stamattina e si concluderà alle 20. I sondaggi al momento mettono al primo posto il candidato della sinistra Francois Hollande. Al secondo posto c’è invece il candidato uscente, Nicolas Sarkozy. Dopo la mattina arrivano i primi dati dell’affluenza al voto nei seggi francesi
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tempo di elezioni per il barzellettiere d'oltralpe....in bocca al lupo.. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
In Francia sono 44,5 milioni i cittadini che sono chiamati ad eleggere il nuovo Presidente che prenderà posto all’Eliseo. Si svolge oggi il primo turno delle Presidenziali. La procedura di voto si è aperta alle 8 di stamattina e si concluderà alle 20. I sondaggi al momento mettono al primo posto il candidato della sinistra Francois Hollande. Al secondo posto c’è invece il candidato uscente, Nicolas Sarkozy. Dopo la mattina arrivano i primi dati dell’affluenza al voto nei seggi francesi
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Re: OLTRE CONFINE...
Al momento, alle elezioni presidenziali francesi Hollande sembra essere il preferito. Questo, in sintesi, è quello che vuole fare in Francia....
La Sinistra italiana
aspetta il vento di Hollande
Autore: Lucia Annunziata
Nelle urne francesi avvertiremo anche un assaggio di elezioni in Italia. François Hollande, unico leader di sinistra rimasto in Europa a dire «qualcosa di sinistra», è ufficialmente l’occasione che la sinistra italiana aspetta, il movimento del pendolo che fa cambiare gli equilibri di forza, una nuova locomotiva europea, cui molti Paesi, a iniziare proprio dall’Italia, potrebbero attaccare i loro vagoncini.
Con il suo programma di vigorosa spesa pubblica e ridistribuzione delle risorse, partendo da una patrimoniale ad ampio spettro, Hollande è oggi la speranza per il Pd, ma anche per il Sel e molte altre forze, di poter fare in Europa, coperti dalla Francia, quella battaglia che la sinistra non può fare in Italia, per senso di responsabilità e per timore di dividersi.
Solita illusione (e quante volte la sinistra italiana l’ha coltivata nei confronti dei colleghi francesi)? O stavolta qualche spazio c’è perché si apra effettivamente un nuovo gioco in Europa? Le risposte sono molteplici, e dipendono da molte componenti, non ultime le evoluzioni possibili dentro il governo Monti, arrivato a dover scegliere, pressato dagli eventi, un profilo più politico di quanto abbia tenuto nei suoi primi cinque mesi.
In effetti con Hollande rientra sulla scena della sinistra un candidato come non si vedeva da tempo: figura per nulla di rottura, anzi figlio delle strutture di partito, parte integrante delle élite del suo Paese, ma anche di «sinistra». Il suo programma rompe con trent’anni di programmi liberisti come uniche formule possibili per far marciare l’Occidente. Rompendo così anche l’incantesimo che per altrettanti anni la stessa sinistra ha subito nei confronti delle ricette liberiste. Una conversione che il candidato socialista ha, per così dire, in casa: ha ricevuto l’investitura anche della sua ex moglie Ségolène Royal, che solo nel 2007 sfidò Sarkozy impugnando «l’idolatria fiscale» e «l’ossessione per le regole» di cui soffriva una parte secondo lei minoritaria della sinistra.
Oggi è un po’ fuori moda ricordarlo, ma la famosa terza via che segna il periodo d’oro della sinistra in Occidente, negli anni Novanta, con Blair in Uk, Clinton in Usa, Jospin in Francia, Gerhard Schröder in Germania e Prodi e D’Alema in Italia, fu costruita proprio sullo sdoganamento del mercato a sinistra. Così oggi si potrebbe dire che con Hollande si immagina una terza via al contrario. Del resto, i risultati elettorali in Occidente tendono ad avere una loro onda lunga. E sicuramente un cambiamento di posizioni della Francia, costituirebbe una forte novità negli assetti europei attuali. Il programma di Hollande è un bel chiodo piantato nell’asse Merkel-Sarkozy su cui si sostiene l’equilibrio europeo.
Alla obbedienza rigorista della Merkel, alla sua piena osservanza dei dettami della Bundesbank, Hollande oppone lo scontro frontale con le banche considerate una delle cause del crac finanziario internazionale: nella sua proposta alle banche francesi sarà vietato operare nei paradisi fiscali, le stock option potranno essere date solo dalle imprese nascenti, l’imposta sui profitti degli istituti di credito crescerà del 15% e sarà introdotta la tassa sulle transazioni finanziarie, la famosa Tobin Tax. Una forte tassa patrimoniale (il 75% sui redditi oltre il milione di euro) completa un quadro di ridistribuzione della ricchezza sociale, in cui il denaro per aumentare la spesa sociale in vari campi viene dai redditi più alti e dalle rendite. Tra le altre cose cui le nuove risorse dovrebbero essere dedicate è un piano per regolare il mercato degli affitti, anche attraverso la costruzione di due milioni e mezzo di alloggi popolari, promesse che, siamo sicuri, colerebbero come miele di questi tempi nelle orecchie degli elettori di sinistra italiani.
Il punto è proprio questo. Le promesse di Hollande sono esattamente quelle che vorrebbero/dovrebbero fare i democratici. Quelle su cui otterrebbero più consensi, su cui potrebbero meglio unirsi. Ma che non possono pronunciare per la scelta di sostenere Monti, per l’obbligo di responsabilità nazionale, e per la paura di non avere la stessa capacità dei colleghi francesi. E se però vincesse Hollande, non potrebbe essere lui una sorta di nuovo leader indiretto, un papa nero straniero, che rimetta in moto un movimento che da soli gli altri non possono fare?
Il primo punto di questa marcia, partita da mesi, con un accordo fra François Hollande, il presidente dell’Spd tedesco, Sigmar Gabriel, e l’italiano Bersani, passa per una serie di elezioni in Europa, nazionali ed europee che dal 2014 potrebbero portare a un «cambiamento» dell’Europa, come dicono i leader, con al primo posto del programma la revisione del patto di stabilità. Il simbolo stesso della gestione dell’Europa, oggi è, a seconda dei punti di vista, la sua prigione o la sua salvezza. C’è davvero spazio per uno scenario del genere oggi?
Non sarà facile (forse) né vincere, né continuare a vincere per Hollande. Il mondo anglosassone (quello che spesso si chiama «mercati») ha già inviato i suoi avvertimenti. La Francia entrerebbe subito nel mirino. Come ha fatto capire in una interessante intervista a La Stampa Richard Haas, presidente del più autorevole think tank d’America, Council on Foreign Relations. Ma è anche vero che l’opinione pubblica di altri Stati europei, e l’Italia per prima, potrebbe essere affascinata da questa riapertura politica, e magari davvero spingere per un cambiamento di equilibri a Bruxelles.
In questo senso un segnale di possibili cambiamenti, sia pur molto esili, si avverte persino nel governo Monti. Il Professore premier è nato letteralmente battezzato dall’Europa di Merkel e Sarkozy. È la sua stessa identità. Non che il nostro premier non faccia i dovuti distinguo, ma l’affermazione di questi è sempre rimasta dentro le regole conosciute, e come processo di accreditamento più che di sfida. Ma nello stesso governo italiano, e tra le figure italiane in Europa, non c’è necessariamente lo stesso atteggiamento nei confronti della Germania. Mario Draghi, governatore della Bce, non è certo benvisto dalla Banca centrale tedesca, la Bundesbank. In marzo Der Spiegel scriveva: «C’è una crescente divisione all’interno della leadership della Banca centrale europea su come gestire la crisi europea, per non parlare di quelle fra la Bce e la Bundesbank. Mario Draghi è molto contento di aver allagato i mercati con moneta a poco prezzo, mentre il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha invece avvertito dei pericoli che questa operazione comporta». Il riferimento è alla decisione di Draghi di fornire liquidità al tasso dell’1 per cento alle banche europee per stabilizzarle.
Contro la Bundesbank si è però di recente schierato – con sorprendente chiarezza, durante un’intervista – il più forte ministro dell’esecutivo Monti, Corrado Passera, lui stesso con un passato da banchiere: «Il problema non è la Merkel ma la Bundesbank». Parole che indicano che questo governo, di fronte al disagio del Paese, potrebbe voler affrontare sfide politiche che non sono per ora nella sua carta fondativa.
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Re: OLTRE CONFINE...
Francia 2012: Hollande 28, 4 Sarko' 25, 5% "sorpresa" e' 20% Le Pen
20:16 22 APR 2012
(AGI) - Parigi, 22 apr. - Gli exit poll ufficiali confermano le indiscrezioni e il socialista Francois Hollande e' riuscito nella prima impresa: superare il presidente uscente - una fatto senza precedenti - al primo turno delle elezione. Holland ha raccolto il 28,40, Sarkozy 25,5, terza la leader dell'estrema destra Marine Le Pen con il 20%, quarto il capo del Front du Gauche (11,7%), Jean-Luc Melenchon, e a seguire il centrista Francois Bayrou (8,5%).
L'appuntamento e' rinviato quindi al ballottaggio del 6 maggio per sapere chi guidera' la Francia per i prossimi 5 anni. Il vice presidente del movimento di estrema destra Front national, Louis Aliot, si e' detto molto "soddisfatto" delle prime proiezioni che danno la leader Marine Le Pen al terzo posto con il 17-20% delle preferenze. Cosi' riferisce Le Figaro. Il primo turno delle presidenziali francesi si e' rivelato un'umiliazione per Nicolas Sarkozy con Francois Hollande al 28,4% e lui al 25,5%. A prescindere dal risultato finale del 6 maggio, mai nessun presidente uscente era arrivato secondo alla prima tornata da quando nel 1958 venne instaurata la Quinta Repubblica con l'attuale sistema elettorale.
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Re: OLTRE CONFINE...
Marine Le Pen, la candidata preferita dai giovani francesi
- Nell’abbuffata di sondaggi che sta accompagnando il countdown verso i due turni delle presidenziali francesi, hanno fatto scalpore i risultati dell’indagine di CSA per Le Monde che rivelano una preferenza dell’elettorato giovanile per la candidata del partito di extrema destra Front National (FN). Le intenzioni di voto del 26% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni fanno arrivare Marine Le Pen davanti a tutti gli altri candidati, inclusi il favorito Hollande e il presidente in carica Sarkozy.
Perché i giovani francesi vorrebbero Madame Le Pen all’Eliseo?
Dando un’occhiata al suo programma elettorale e avendo seguito il suo percorso dall’elezione alla guida del partito (gennaio 2011), si può dire che il segreto di questo appeal generazionale sta nel coniugare proposte securitarie tipiche della destra con ricette economiche di sinistra. Entrambi gli argomenti hanno in qualche modo toccato la gioventù europea, francese inclusa, nell’ultimo anno.
Sicurezza e contrasto all’immigrazione (sia legale che illegale) sono temi sempre latenti, pronti a raccogliere più consensi del solito in periodi di crisi economica come quello attuale. Ed i giovani con le loro prospettive sono proprio la principale categoria colpita dalla crisi europea.
Non solo. Dopo gli sconvolgimenti nel mondo arabo, sono attese ondate di immigrati dalla sponda sud del Mediterraneo, anche per via del differenziale demografico tra la vecchia Europa e il giovane Maghreb. Difendere lo stile di vita dei francesi contro la presunta islamizzazione in atto della società e ancor più difendere gli scarsi posti di lavoro, sono argomenti che si fondano su timori realmente avvertiti dagli elettori. Gli ultimi fatti di cronaca di certo non aiutano.
Il FN propone quindi di diminuire gli ingressi autorizzati dagli attuali 200.000 a 10.000 l’anno, riservandoli “solo ai talenti”. Come se fosse semplice re-insegnare ai francesi a diventare idraulici, braccianti agricoli, badanti e domestici. Si continua con il rafforzamento degli effettivi di polizia e gendarmeria, con il rifiuto categorico dell’ipotesi di diritto di voto ai residenti stranieri per le amministrative.
La Francia non è certo un paese di immigrazione recente, grazie allo stretto rapporto con le ex-colonie intere generazioni di francesi con la pelle scura hanno contribuito a costruire il paese dal dopoguerra in poi. Dietro gli eccessi populistici si nasconde la reale necessità di ridisegnare una convivenza comune e collaborativa tra vecchi, nuovi e futuri cittadini, dopo il declino del modello multiculturale.
Sul versante economico-sociale, le idee di Marine Le Pen sono “antisistema” e contro le politiche delle istituzioni della globalizzazione. In primis, uscita dall’euro e ritorno al Franco. Poi aumento salario minimo, ritorno dell’età pensionabile ai 60 anni, introduzione di una maggiore progressività nell’imposta sul reddito, uscita dal comando integrato della NATO, abolizione progressiva del nucleare
Senza alcun riguardo verso gli sforzi di Sarkozy per guadagnarsi un posto tra quelli che contano a Bruxelles (o forse sarebbe meglio dire a Francoforte), la candidata del Front National è critica sulle posizioni della troika europea, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e simili. Lo stato dovrebbe riprende la tutela dei servizi pubblici essenziali, contro l’eccessivo laissez-faire delle privatizzazioni. Insomma l’aspirante presidente avrebbe più di un argomento di conversazione con gli ormai ex-accampati di Zuccotti Park e Puerta del Sol. Il movimento degli indignados, pur senza le dimensioni di quello statunitense e spagnolo, ha avuto il suo seguito anche tra la gioventù francese. Solo un numero ridotto di persone è stato coinvolto attivamente, ma è innegabile che un impatto sull’immaginario giovanile c’è stato e le sue idee sono iniziate a circolare.
Non a caso nello stesso sondaggio si è ben posizionato Jean-Luc Mélenchon, ex-trotskista e leader del Front de Gauche (raggruppamento della sinistra radicale), il cui programma elettorale ha paradossalmente diversi punti di contatto con quello del FN.
Ammettiamolo, che piaccia o no Marine sta dando al partito fondato da suo padre un volto più moderno e attraente. Quarantenne dalla bella presenza, ha abbandonato l’anacronistico antisemitismo che, stante la sua assurdità assoluta, poteva servire come argomento elettorale al massimo tra i nostalgici della Repubblica di Vichy. Il nuovo bersaglio è la questione delle comunità musulmane poco integrate (e verrebbe da chiedersi: per colpa di chi?), già da tempo al centro del dibattito politico anche tra i più moderati. È inoltre ovviamente contraria a matrimoni e adozioni omosessuali, ma accetta i PACS definendoli ormai “cosa fatta”.
Poi non dimentichiamo che la Francia è un paese storicamente di destra. Probabilmente François Hollande vincerà ma solo perché l’UMP non sembra più capace di rappresentare il classico partito di destra neo-gollista, fiaccato com’è da scandali e da una gestione di governo poco efficace. A tal proposito Le Pen ha la credibilità di chi ancora non è mai stato al governo, che in un clima di sfiducia contro la politica non è poco.
La Francia è abituata agli exploit della famiglia Le Pen, ancora di salvezza in periodi difficili. Nelle presidenziali del 2002 Jean-Marie arrivò al ballottaggio insieme a Chirac e i sondaggi nel marzo 2011 davano Marine davanti a Sarkozy come preferenze. Complessivamente il FN è dato tra il 15 e il 16%: salvo sorprese dell’ultimo minuto, Marine non diventerà il primo presidente donna. Seppur arrivasse al secondo turno, socialisti e UMP hanno già dichiarato che ripeteranno l’union sacrée del 2002.
I suoi voti fanno già gola, proprio in vista del ballottaggio, ai due principali candidati, i quali non si rendono conto del fatto che il successo di Marine Le Pen tra gli adulti di domani risiede in ultima istanza nella loro incapacità di dare risposte concrete.
uhmmm "la pasionaria nera" ....il cognome e il nomignolo sono il vero programma!!
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Re: OLTRE CONFINE...
Elezioni in Francia, adesso Sarkozy punta tutto sui voti di Marine Le Pen
Il presidente uscente e il candidato del centrosinistra regoleranno i conti al secondo turno. Decisivi per entrambi il bacino dei voti degli sconfitti. Con Sarko che conta sull'18% incassato dalla zarina del Front national
La sinistra ha vinto (almeno per il momento) in un Paese che resta fondamentalmente, storicamente, irrimediabilmente di destra. E’ la fotografia schizofrenica che esce fuori da questo primo turno delle presidenziali. François Hollande è il favorito del ballottaggio. Ma Sarkozy ha un amplio bacino di elettori più o meno conservatori nel quale pescare consensi. L’iperpresidente è quasi finito. Non del tutto finito.
Analizzare i flussi dei voti al secondo turno rispetto al primo non è facile. Perché (e questo è l’errore che viene spesso commesso dagli analisti francesi) non è che il candidato del primo turno sia “proprietario” dei suoi consensi. Non è che un suo semplice appello a votare per uno dei due contendenti del ballottaggio basti a spostare in toto il proprio elettorato, in un Paese dove la volatilità politica è sempre più alta (un elettore su due ha assicurato di aver cambiato opinione almeno una volta negli ultimi sei mesi). E dove sono andati alle urne al primo turno tanti astensionisti dell’ultima ora: elettori poco convinti. Che potrebbero decidere di cambiare ancora.
Veniamo al dettaglio. Oltre ai voti del primo turno Hollande può contare teoricamente sugli elettori di Eva Joly (Verdi) e di Jean-Luc Mélenchon (estrema sinistra), che gli hanno ufficialmente promesso il proprio appoggio. Nel primo caso si tratta di appena il 2,28% dei voti (e i verdi dovrebbero effettivamente optare tutti per Hollande). L’elettorato di Mélenchon (l’11,3%), invece, è già più composito. Comprende una minoranza di comunisti e i sostenitori della sua formazione, il Front de gauche, vero popolo di sinistra, che dovrebbe confluire verso Hollande. Ma le file di Mélenchon, durante la campagna, si sono arricchite di tanti astensionisti, ceto medio–basso che ha serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Taluni con malcelate tentazioni qualunquiste. Non è sicuro che in blocco traslocheranno verso Hollande.
Sull’altro fronte, troviamo Marine Le Pen, la zarina dell’estrema destra. Ha ottenuto il 18%. I suoi elettori? Un gruppo appetibile per Sarkozy. Lei ha detto che il primo maggio dirà loro per chi votare al secondo turno. E’ probabile che, in realtà, non fornirà indicazioni precise, al pari di quanto fatto nel passato del padre. Ma, se ha fissato la scadenza, forse ha in testa di mettere un po’ di pressione sull’iperpresidente. Come per Mélenchon, la Le Pen non è “proprietaria” dei suoi voti. Il nocciolo duro (ma ormai una minoranza) è rappresentato dai militanti del Front National, che storicamente odiano la tradizione gollista dell’Ump, il partito di Sarkozy. E’ lo stesso rapporto che poteva esserci un tempo tra il Movimento sociale italiano e la Democrazia cristiana. Quelli dell’Fn in molti casi preferiscono votare scheda bianca o non presentarsi alle urne pur di non dover scegliere tra le file dell’Ump. Per il resto gli elettori della Le Pen sono ancora parte del ceto medio-basso (in generale con meno cultura rispetto a quelli attirati da Mélenchon), comunque cittadini dalle aspirazioni anti-sistema, arrabbiati con le élites socio-economiche di un Paese ancora oggi ingiusto e ghettizzato. Molti di loro nel 2007 votarono per Sarkozy. Molti di loro fino a pochi giorni fa non volevano andare a votare.
Infine, i centristi di François Bayrou. Si dice che è stato sconfitto. Ma ha comunque strappato il 9,11% al primo turno. Per cinque anni ha fatto la guerra a Sarkozy. Ma di recente ha iniziato a dire che il Presidente è “leggermente migliorato”. Alain Juppé, compare di Sarkozy, ha addirittura aggiunto pochi giorni fa che Bayrou sarebbe “un perfetto primo ministro”. Lui, il diretto interessato, riguardo al ballottaggio non si è ancora pronunciato. “Umanamente mi sento più vicino a Hollande – ha detto -. Programmaticamente, invece, a Sarkozy”. Anche i suoi elettori che, prima di mettere la croce sopra un socialista, ci penseranno più di una volta. Nel passato è solo una minoranza dei centristi che al secondo turno ha votato per il candidato della sinistra. In un Paese che, anche se vincerà Hollande, il superfavorito, resta fondamentalmente, storicamente, irrimediabilmente di destra.
io..a questi pazzi che votano ideologie estremiste come sta Giovanna D'arco Le Pen gli farei passare, mica tanto, una settimana sotto dittatura, ma quella vera, ed essere torturati solo per quello che sono...Perchè queste persone pensano, nel caso succeda, di trovarsi dalla parte giusta....
Il presidente uscente e il candidato del centrosinistra regoleranno i conti al secondo turno. Decisivi per entrambi il bacino dei voti degli sconfitti. Con Sarko che conta sull'18% incassato dalla zarina del Front national
La sinistra ha vinto (almeno per il momento) in un Paese che resta fondamentalmente, storicamente, irrimediabilmente di destra. E’ la fotografia schizofrenica che esce fuori da questo primo turno delle presidenziali. François Hollande è il favorito del ballottaggio. Ma Sarkozy ha un amplio bacino di elettori più o meno conservatori nel quale pescare consensi. L’iperpresidente è quasi finito. Non del tutto finito.
Analizzare i flussi dei voti al secondo turno rispetto al primo non è facile. Perché (e questo è l’errore che viene spesso commesso dagli analisti francesi) non è che il candidato del primo turno sia “proprietario” dei suoi consensi. Non è che un suo semplice appello a votare per uno dei due contendenti del ballottaggio basti a spostare in toto il proprio elettorato, in un Paese dove la volatilità politica è sempre più alta (un elettore su due ha assicurato di aver cambiato opinione almeno una volta negli ultimi sei mesi). E dove sono andati alle urne al primo turno tanti astensionisti dell’ultima ora: elettori poco convinti. Che potrebbero decidere di cambiare ancora.
Veniamo al dettaglio. Oltre ai voti del primo turno Hollande può contare teoricamente sugli elettori di Eva Joly (Verdi) e di Jean-Luc Mélenchon (estrema sinistra), che gli hanno ufficialmente promesso il proprio appoggio. Nel primo caso si tratta di appena il 2,28% dei voti (e i verdi dovrebbero effettivamente optare tutti per Hollande). L’elettorato di Mélenchon (l’11,3%), invece, è già più composito. Comprende una minoranza di comunisti e i sostenitori della sua formazione, il Front de gauche, vero popolo di sinistra, che dovrebbe confluire verso Hollande. Ma le file di Mélenchon, durante la campagna, si sono arricchite di tanti astensionisti, ceto medio–basso che ha serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Taluni con malcelate tentazioni qualunquiste. Non è sicuro che in blocco traslocheranno verso Hollande.
Sull’altro fronte, troviamo Marine Le Pen, la zarina dell’estrema destra. Ha ottenuto il 18%. I suoi elettori? Un gruppo appetibile per Sarkozy. Lei ha detto che il primo maggio dirà loro per chi votare al secondo turno. E’ probabile che, in realtà, non fornirà indicazioni precise, al pari di quanto fatto nel passato del padre. Ma, se ha fissato la scadenza, forse ha in testa di mettere un po’ di pressione sull’iperpresidente. Come per Mélenchon, la Le Pen non è “proprietaria” dei suoi voti. Il nocciolo duro (ma ormai una minoranza) è rappresentato dai militanti del Front National, che storicamente odiano la tradizione gollista dell’Ump, il partito di Sarkozy. E’ lo stesso rapporto che poteva esserci un tempo tra il Movimento sociale italiano e la Democrazia cristiana. Quelli dell’Fn in molti casi preferiscono votare scheda bianca o non presentarsi alle urne pur di non dover scegliere tra le file dell’Ump. Per il resto gli elettori della Le Pen sono ancora parte del ceto medio-basso (in generale con meno cultura rispetto a quelli attirati da Mélenchon), comunque cittadini dalle aspirazioni anti-sistema, arrabbiati con le élites socio-economiche di un Paese ancora oggi ingiusto e ghettizzato. Molti di loro nel 2007 votarono per Sarkozy. Molti di loro fino a pochi giorni fa non volevano andare a votare.
Infine, i centristi di François Bayrou. Si dice che è stato sconfitto. Ma ha comunque strappato il 9,11% al primo turno. Per cinque anni ha fatto la guerra a Sarkozy. Ma di recente ha iniziato a dire che il Presidente è “leggermente migliorato”. Alain Juppé, compare di Sarkozy, ha addirittura aggiunto pochi giorni fa che Bayrou sarebbe “un perfetto primo ministro”. Lui, il diretto interessato, riguardo al ballottaggio non si è ancora pronunciato. “Umanamente mi sento più vicino a Hollande – ha detto -. Programmaticamente, invece, a Sarkozy”. Anche i suoi elettori che, prima di mettere la croce sopra un socialista, ci penseranno più di una volta. Nel passato è solo una minoranza dei centristi che al secondo turno ha votato per il candidato della sinistra. In un Paese che, anche se vincerà Hollande, il superfavorito, resta fondamentalmente, storicamente, irrimediabilmente di destra.
io..a questi pazzi che votano ideologie estremiste come sta Giovanna D'arco Le Pen gli farei passare, mica tanto, una settimana sotto dittatura, ma quella vera, ed essere torturati solo per quello che sono...Perchè queste persone pensano, nel caso succeda, di trovarsi dalla parte giusta....
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Re: OLTRE CONFINE...
Marine Le Pen ha dichiarato in campagna elettorale che Victor Hugo è lo scrittore che più l'ha influenzata...
Umanità significa identità: tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla; nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione; la medesima ombra prima, la medesima carne durante, la medesima cenere dopo. Ma l'ignoranza mescolata all'impasto umano lo rende nero incurabile penetrando nell'interno dell'uomo vi diventa il male. VICTOR HUGO
La Giovanna D'Arco si dev'essere sbagliata...Marine...quello che hai letto sono gli ingredienti del profumo si di HUGO... BOSS.. però...
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Re: OLTRE CONFINE...
Un gruppo di donne attiviste del Forum for Democratic Change Women's League si sono riunite davanti alla stazione centrale della polizia di Kampala per protestare contro l'arresto della loro leader Ingrid Turinawe. Le donne si sono mostrate con i loro reggiseni e sono scese in piazza per protestare contro il modo in cui Ingrid Turinawe è stata recentemente arrestata, palpeggiata da alcuni poliziotti mentre la stavano portando in carcere. Tra gli slogan: "Volete le tette? Le tette avrete". Sei attiviste sono state arrestate dalla polizia.
Pubblicato il 24 Apr 2012
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Parità dei sessi..nessuna distinzione di razza e colore....nessuna tortura o persecuzione...Solo utopia..fino a quando sparse nel mondo ci saranno persone che vomitano sugli altri le proprie frustrazioni e la disperazione di essere quello che non si vuole accettare.... Questo video mi ha provocato un conato di vomito....
Pubblicato il 24 Apr 2012
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Re: OLTRE CONFINE...
SIRIA: RIBELLE VIENE SEPPELLITO VIVO - VIDEO
Muore così un ribelle in Siria
Un uomo grida disperatamente mentre viene sepolto vivo. Le immagini in un video diffuso su YouTube e pubblicato dal Daily Mail. L'uomo viene ricoperto di terra con delle pale da dei soldati, con ogni probabilità fedeli del regime del presidente Bashar al-Assad. L'uomo viene deriso e definito "animale" e "cane". Le ultime parole della vittima, secondo il quotidiano britannico, sarebbero state: "Io testimonio che non c'è dio all'infuori di Allah".
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Re: OLTRE CONFINE...
Africa: bombe contro i cristiani
Almeno 20 morti in Nigeria e Kenya
A Kano l'attentato più grave: in un teatro dove si stava celebrando una messa è avvenuta un'esplosione, poi si sono sentiti anche colpi d'arma da fuoco. Ci sono anche molti feriti. Anche a Nairobi l'attacco è partito durante una funzione religiosa. Mancano rivendicazioni, ma entrambi i Paesi sono minacciati da tempo dai fondamentalisti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 aprile 2012
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"La religione è il più solido puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il più temibile alleato dell'ignoranza e del male."
Bruno Misefari
Almeno 20 morti in Nigeria e Kenya
A Kano l'attentato più grave: in un teatro dove si stava celebrando una messa è avvenuta un'esplosione, poi si sono sentiti anche colpi d'arma da fuoco. Ci sono anche molti feriti. Anche a Nairobi l'attacco è partito durante una funzione religiosa. Mancano rivendicazioni, ma entrambi i Paesi sono minacciati da tempo dai fondamentalisti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 aprile 2012
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"La religione è il più solido puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il più temibile alleato dell'ignoranza e del male."
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Re: OLTRE CONFINE...
Marine Le Pen: «Monti è un impiegato di banca. Difende solo gli interessi delle banche»
La leader del Front National, Marine Le Pen, ai microfoni di SkyTg24, ha definito il nostro Premier Monti «un impiegato di banca». Secondo la Le Pen, l'Italia ha errato nell'affidare la guida del Paese ad un impiegato di banca, dal momento che difenderà sempre e solo gli interessi delle banche e non quelli del popolo. Marine Le Pen ha proseguito dicendo: «Non credo che l'Italia sopporti minimamente tutte queste misure ultra-liberali, che si stanno portando avanti e che portano comunque a conseguenze drammatiche dal punto di vista economico e sociale oltre che all'aumento del deficit del debito. E' una spirale, bisogna rompere con questo sistema e come dico da mesi noi dobbiamo metterci attorno ad un tavolo e organizzarci in modo comune attorno alle nostre monete nazionali, questo sarà il solo modo di ritrovare una competitività, adattando la nostra moneta alla nostra economia».
Apperò.. donna perspicace la Marine... Monti alla guida del Paese è solo l'ennesima prova della perdita di sovranità dell'Italia...siamo stati retrocessi a "colonia" tedesca!!!
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Re: OLTRE CONFINE...
Giappone: addio all'energia atomica
Da questa sera, per la prima volta in 42 anni, il Giappone non avrà più - almeno nell'immediato futuro - energia elettrica generata dall'atomo in scia alla grave crisi della centrale di Fukushima.
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"Mai più"
Tokio, 05-05-2012
Da questa sera, per la prima volta in 42 anni, il Giappone non avrà più - almeno nell'immediato futuro - energia elettrica generata dall'atomo in scia alla grave crisi della centrale di Fukushima.
La Hokkaido Electric Power, utility dell'isola a nord di Hokkaido, disattiverà l'unità n.3 della struttura di Tomari, l'ultima attiva sulle 54 disseminata nell'arcipelago, con la procedura che partirà dalle 17 locali (le 10 in Italia) per concludersi col blocco totale previsto alle 23.
Lo stop dei reattori, obbligatorio ogni 13 mesi in Giappone per poter effettuare i controlli ordinari, si e' da oltre un anno intrecciato alla crisi di Fukushima: dopo il devastante sisma/tsunami dell'11 marzo 2011, la peggiore emergenza dopo Cernobyl ha rilanciato forti dubbi sulla sicurezza degli impianti che, al contrario, era in precedenza considerata una certezza.
La perdita di radiazioni e le evacuazioni di massa hanno moltiplicato le paure nell'opinione pubblica sulle centrali al punto che, al netto dei reattori danneggiati (come la centrale di Fukushima Dai-ichi), tutte le unita' fermate per le verifiche di routine non sono piu' ripartite in scia alle forti resistenze registrate tra le comunita' locali.
Il processo amministrativo di riavvio, dopo il via libera dell'authority sulla sicurezza nucleare, prevede che ci sia il consenso espresso dagli enti locali (comuni e prefetture) che ospitano gli impianti. Finora, da questi ultimi non e' maturata alcuna approvazione neanche in quelle zone a forte vocazione come la prefettura di Fukui, il 'cuore atomico' del Giappone con 14 reattori su una superficie simile a quella della citta' di Roma, che ne fanno l'area piu' nuclearizzata al mondo.
Rainews24.it
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Re: OLTRE CONFINE...
Caos Grecia, crollano i partiti pro-euro
Boom estremisti (di destra e sinistra)
Exit poll: Nuova Democrazia avanti (17- 20%). Pasok tra il 14 e il 17. La sinistra radicale di Syriza al 18%. I neo fascisti di Alba d'Oro tra il 6 e l'8%: così entrano in Parlamento
MILANO-Un terremoto scuote la Grecia. Secondo il primo exit poll i partiti che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos sono stati puniti alle urne. Tanto che i socialisti del Pasok (13-17%) potrebbero essere scalzati da Syriza (15,5-18%), coalizione di estrema sinistra contro il piano di rigore imposto al Paese dalla Troika. In testa rimane Nuova Democrazia (17-20%) che però non riuscirebbe, almeno con questi risultati, a formare un governo. Un voto di rabbia e stanchezza. E che premia anche la formazione Alba D'Oro, di ispirazione neofascista, arrivando all'8 per cento.
La Grecia al voto
GLI ATTACCHI- Gli stessi militanti che in mattinata hanno minacciato elettori in alcuni seggi di Atene. «Sono arrivati in auto. In una quindicina hanno bloccato la strada. Poi all'interno dei seggi hanno minacciato e insultato elettori e rappresentanti di sinistra». La denuncia il partito Antarsya. Due attacchi sono stati confermati dalla polizia che però ha deciso di non fornire dettagli. Oltre agli episodi denunciati ad Atene, gli abitanti di due piccoli villaggi nella regione di Trikala (nordovest della Grecia) hanno annunciato che non voteranno per protestare contro le conseguenze della generale austerità.
Un seggio ad Atene (Afp)
IN PARLAMENTO- Un'ombra scura aleggia sul Paese. Il partito Chrissy Avhi, guidato da Nikolaos Michaloliakos, rischia di fare il pieno di voti. Confermando una tendenza europea verso l'estremismo di destra, come è successo in Francia con il 18 per cento ottenuto da Marine Le Pen al primo turno. Intanto Syriza, di Fotis Kouvelis, scalza il Pasok e diventa il secondo partito dimostrando che chi ha appoggiato il governo tecnico è stato punito. L'affluenza ha visto molti giovani recarsi alle urne, loro che sono stufi di questa politica di austerity che «ci sta mangiando la vita». Insomma, in molti guardano al Paese con il fiato sospeso, anche perché se questi risultati venissero confermati, si allontana la possibilità di formare un governo pro-euro. «Comunque vada sarà una sconfitta», per le strade di Atene il sentimento sembra essere abbastanza condiviso.
B.Arg. Il Corriere della Sera
6 maggio 2012 | 18:54
Boom estremisti (di destra e sinistra)
Exit poll: Nuova Democrazia avanti (17- 20%). Pasok tra il 14 e il 17. La sinistra radicale di Syriza al 18%. I neo fascisti di Alba d'Oro tra il 6 e l'8%: così entrano in Parlamento
MILANO-Un terremoto scuote la Grecia. Secondo il primo exit poll i partiti che hanno sostenuto il governo di Lucas Papademos sono stati puniti alle urne. Tanto che i socialisti del Pasok (13-17%) potrebbero essere scalzati da Syriza (15,5-18%), coalizione di estrema sinistra contro il piano di rigore imposto al Paese dalla Troika. In testa rimane Nuova Democrazia (17-20%) che però non riuscirebbe, almeno con questi risultati, a formare un governo. Un voto di rabbia e stanchezza. E che premia anche la formazione Alba D'Oro, di ispirazione neofascista, arrivando all'8 per cento.
La Grecia al voto
GLI ATTACCHI- Gli stessi militanti che in mattinata hanno minacciato elettori in alcuni seggi di Atene. «Sono arrivati in auto. In una quindicina hanno bloccato la strada. Poi all'interno dei seggi hanno minacciato e insultato elettori e rappresentanti di sinistra». La denuncia il partito Antarsya. Due attacchi sono stati confermati dalla polizia che però ha deciso di non fornire dettagli. Oltre agli episodi denunciati ad Atene, gli abitanti di due piccoli villaggi nella regione di Trikala (nordovest della Grecia) hanno annunciato che non voteranno per protestare contro le conseguenze della generale austerità.
Un seggio ad Atene (Afp)
IN PARLAMENTO- Un'ombra scura aleggia sul Paese. Il partito Chrissy Avhi, guidato da Nikolaos Michaloliakos, rischia di fare il pieno di voti. Confermando una tendenza europea verso l'estremismo di destra, come è successo in Francia con il 18 per cento ottenuto da Marine Le Pen al primo turno. Intanto Syriza, di Fotis Kouvelis, scalza il Pasok e diventa il secondo partito dimostrando che chi ha appoggiato il governo tecnico è stato punito. L'affluenza ha visto molti giovani recarsi alle urne, loro che sono stufi di questa politica di austerity che «ci sta mangiando la vita». Insomma, in molti guardano al Paese con il fiato sospeso, anche perché se questi risultati venissero confermati, si allontana la possibilità di formare un governo pro-euro. «Comunque vada sarà una sconfitta», per le strade di Atene il sentimento sembra essere abbastanza condiviso.
B.Arg. Il Corriere della Sera
6 maggio 2012 | 18:54
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Re: OLTRE CONFINE...
Elezioni Francia, primi exit poll: “Hollande è il nuovo presidente con il 53% dei voti”
di Leonardo Martinelli | 6 maggio 2012
François Hollande sarebbe il nuovo Presidente francese. Lo indicano i primi exit poll che circolano in questo pomeriggio elettorale sui siti d’informazione francofoni esterni alla Francia (dove, invece, vige l’assoluto divieto a pubblicare qualsiasi tipo di dato prima delle 20). Hollande avrebbe strappato il 53% dei consensi contro il 47% per Sarkozy.
Questi dati, in arrivo da istituti di sondaggio francesi, sono stati forniti al quotidiano belga Le Soir dall’ufficio centrale del Partito socialista francese. I dati sono stati messi subito online sul sito del media belga. Si riferiscono alle 17:30 e cominciano ad avere un valore importante, perché in Francia il grosso dei seggi chiude alle 18, anche se per la chiusura definitiva della totalità delle urne bisogna aspettare le 20. Insomma, la maggiornza degli elettori ha ormai votato a questo momento della giornata.
E in effetti il ministero degli Interni ha reso noto il dato aggiornato dell’affluenza alle urne alle 17. A quel momento aveva già espresso il proprio voto il 71,96% degli elettori. Come dire: meno che alla stessa ora per il ballottaggio Royal-Sarkozy nel 2007 (75,11%), ma di più che alla medesima ora in occasione del primo turno delle presidenziali di quest’anno, quando alle urne era andato il 70,59% degli elettori.
Nicolas Sarkozy sta valutando i primi risultati nel suo studio all’Eliseo, circondato dai più stretti collaboratori. Mentre François Hollande si trova a Tulle, il capoluogo della Corrèze, la provincia del Centro della Francia, dove, quasi ininterrottamente dal 1988, è eletto deputato. Proprio li’ il parigino Hollande fu catapultato nell’era Mitterrand dai vertici del Partito socialista per sfidare Jacques Chirac nella sua terra d’origine. I collaboratori di Hollande hanno indicato che, in caso di vittoria, Hollande rimarrà a Tulle, mentre a Parigi, nella piazza della Bastiglia, già si comincia a preparare una grande festa popolare, nel caso la vittoria fosse confermata più tardi dai dati definitivi.
Il socialista Jean-Marc Ayrault, sindaco di Nantes, amico di Hollande e in odore di diventare orimo ministro, con un Hollande presidente, ha deto che, nel caso di vittoria, è già previsto un primo contatto telefonico del nuovo capo di Stato con la cancelliera Angela Merkel entro la sera.
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Re: OLTRE CONFINE...
I rigurgiti neofascisti sparsi in giro per il mondo e adesso addirittura in parlamento in Grecia..mi stanno quasi convincendo...
Ora non vedo l'ora che vengano accontentati...perchè quando la storia non insegna deve continuare a punire duramente...perchè solo gli stupidi possono pensare di trovarsi nella postazione giusta..
Per cui non vedo l'ora che i dittatori..quelli veri...comincino a perseguitare, a torturare ad affamare queste personcine per il loro pisello piccolo o il buco del culo troppo stretto...le loro mamme e le loro mogli per il palato troppo stretto per ospitare i membri enormi dei kapò... i loro figli perchè, si sa, i geni della non purezza della razza sono trasmissibili...
Io intanto per non farmi trovare impreparata alle prossime elezioni italiane comincio a studiare il programma fitto fitto di punti interessanti di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] Gaetano Saya e della sua Guardia Nazionale Italiana...Mi vien da vomitare
Ora non vedo l'ora che vengano accontentati...perchè quando la storia non insegna deve continuare a punire duramente...perchè solo gli stupidi possono pensare di trovarsi nella postazione giusta..
Per cui non vedo l'ora che i dittatori..quelli veri...comincino a perseguitare, a torturare ad affamare queste personcine per il loro pisello piccolo o il buco del culo troppo stretto...le loro mamme e le loro mogli per il palato troppo stretto per ospitare i membri enormi dei kapò... i loro figli perchè, si sa, i geni della non purezza della razza sono trasmissibili...
Io intanto per non farmi trovare impreparata alle prossime elezioni italiane comincio a studiare il programma fitto fitto di punti interessanti di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] Gaetano Saya e della sua Guardia Nazionale Italiana...Mi vien da vomitare
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Re: OLTRE CONFINE...
uahooo...che bella notizia!!!
Attenzione, Israele prepara davvero una guerra
martedì, 8 maggio 2012
L’improvvisa, non prevista e anzi sorprendente formazione di un governo di unità nazionale che gode alla Knesset di una larghissima maggioranza parlamentare, non è una buona notizia per la pace in Medio Oriente. L’accordo stipulato da Benjamin Netanyahu con il nuovo capo del partito Kadima, Shaul Mofaz, che ora lo fiancheggia come vice-primo ministro, ha il significato inequivocabile di compattare la classe dirigente israeliana in vista dio un attacco preventivo all’Iran. Tale operazione era stata denunciata come irresponsabile nei giorni scorsi da personalità importanti fra cui ex responsabili dell’intelligence e comandanti militari. Ciò aveva indebolito l’opzione bellica, anche agli occhi dell’alleato statunitense su cui Netanyahu vuole premere perchè Obama subisca ciò che vorrebbe scongiurare. L’accordo governativo fra Likud e Kadima ha portato all’annullamento delle elezioni anticipate già in precedenza stabilite. E lascia all’esigua pattuglia laburista guidata da Sheli Yachimovich il ruolo di un’opposizione poco più che testimoniale. Soffiano venti di guerra, gli esperti di strategia parlano di un’azione programmata in autunno, prima delle elezioni americane. Una sciagura, una classe dirigente votata alla perdizione.
Gad Lerner
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Re: OLTRE CONFINE...
In questo filmato tutta la brutalità e la stupidità dei soldati israeliani
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Era salita su una camionetta militare sventolando una bandiera palestinese. I soldati israeliani prima l'hanno fatta scendere, poi le hanno spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi, picchiandola per riuscire a strapparla agli altri manifestanti che tentavano di difenderla. E' quanto si vede in un filmato postato il 2 maggio su YouTube. La ragazza si chiama Rana Hamaldeh, protestava a Gerusalemme in favore dello sciopero della fame a oltranza cominciato il 17 aprile da oltre 1.600 palestinesi detenuti in Israele per reati legati all'Intifada.
Fonte: Leggo.it
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Era salita su una camionetta militare sventolando una bandiera palestinese. I soldati israeliani prima l'hanno fatta scendere, poi le hanno spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi, picchiandola per riuscire a strapparla agli altri manifestanti che tentavano di difenderla. E' quanto si vede in un filmato postato il 2 maggio su YouTube. La ragazza si chiama Rana Hamaldeh, protestava a Gerusalemme in favore dello sciopero della fame a oltranza cominciato il 17 aprile da oltre 1.600 palestinesi detenuti in Israele per reati legati all'Intifada.
Fonte: Leggo.it
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Re: OLTRE CONFINE...
Bombe a Damasco, strage di studenti
Le autorità non hanno ancora fonito un bilancio provvisorio delle vittime, ma hanno sottolineato che nella zona degli attentati "c'era gente diretta a lavoro e bambini che andavano a scuola"
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Siria, ancora sangue
Damasco, 10-05-2012
Mattinata di sangue a Damasco. La tv di Stato siriana ha mostrato le prime immagini del duplice attentato compiuto "da terroristi" alla periferia sud della capitale: "ci sono decine tra morti e feriti". Sul luogo delle due esplosioni si vedono carcasse di auto bruciate e uomini che raccolgono resti umani da terra e dall'interno delle vetture.
La tv di Stato siriana ha diffuso un bilancio di 40 morti e 170 feriti.
Strage di studenti
Le esplosioni si sono verificate nel quartiere di Qazaz, dove ha la sede un'agenzia dell'intelligence. Gli scoppi hanno avuto luogo alle 7.50 ora locale (le 6.50 in Italia), quando gli impiegati arrivano di solito al lavoro. Il centro di Damasco è controllato dalle forze di sicurezza leali al presidente Bashar Assad, ma la citta è da tempo teatro di attentati.
Le autorità non hanno ancora fonito un bilancio provvisorio delle vittime, ma hanno sottolineato che nella zona degli attentati "c'era gente diretta a lavoro e bambini che andavano a scuola".
L'opposizione: il regime continua a uccidere
Sono almeno 29 i siriani uccisi nelle ultime 24 ore dalle forze governative di Damasco, secondo il bilancio aggiornato e dettagliato del Centro di documentazione delle violazioni in Siria. Tra le vittime si contano tre ribelli e 26 civili. Di questi, figurano i nomi di un bambino (Usama Abulfuqara, Hama) e due donne: Amina Dabbur, 60 anni, di Aleppo, e Halima Karnaba di Qseir (Homs). I ribelli sono stati uccisi rispettivamente a Saraqeb (Idlib), Hama e Duma, sobborgo di Damasco. Ieri sera erano ripresi violenti i bombardamenti di artiglieria su alcuni quartieri di Homs, abitati per lo più da sunniti, tra cui il centro storico.
I
Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha condannato l'attacco bomba avvenuto oggi in Siria dopo il passaggio di un convoglio degli osservatori Onu, dicendo che l'accaduto "potrebbe avere un impatto diretto sul futuro della missione". Nell'attacco avvenuto nella zona di Daraa, nel sud del Paese, hanno riportato ferite dieci soldati siriani, mentre nessun membro Onu vi F rimasto implicato. Al momento gli osservatori sono circa 70 e dovrebbero raggiungere i 300 entro fine mese.
Rainews24.it
Le autorità non hanno ancora fonito un bilancio provvisorio delle vittime, ma hanno sottolineato che nella zona degli attentati "c'era gente diretta a lavoro e bambini che andavano a scuola"
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Siria, ancora sangue
Damasco, 10-05-2012
Mattinata di sangue a Damasco. La tv di Stato siriana ha mostrato le prime immagini del duplice attentato compiuto "da terroristi" alla periferia sud della capitale: "ci sono decine tra morti e feriti". Sul luogo delle due esplosioni si vedono carcasse di auto bruciate e uomini che raccolgono resti umani da terra e dall'interno delle vetture.
La tv di Stato siriana ha diffuso un bilancio di 40 morti e 170 feriti.
Strage di studenti
Le esplosioni si sono verificate nel quartiere di Qazaz, dove ha la sede un'agenzia dell'intelligence. Gli scoppi hanno avuto luogo alle 7.50 ora locale (le 6.50 in Italia), quando gli impiegati arrivano di solito al lavoro. Il centro di Damasco è controllato dalle forze di sicurezza leali al presidente Bashar Assad, ma la citta è da tempo teatro di attentati.
Le autorità non hanno ancora fonito un bilancio provvisorio delle vittime, ma hanno sottolineato che nella zona degli attentati "c'era gente diretta a lavoro e bambini che andavano a scuola".
L'opposizione: il regime continua a uccidere
Sono almeno 29 i siriani uccisi nelle ultime 24 ore dalle forze governative di Damasco, secondo il bilancio aggiornato e dettagliato del Centro di documentazione delle violazioni in Siria. Tra le vittime si contano tre ribelli e 26 civili. Di questi, figurano i nomi di un bambino (Usama Abulfuqara, Hama) e due donne: Amina Dabbur, 60 anni, di Aleppo, e Halima Karnaba di Qseir (Homs). I ribelli sono stati uccisi rispettivamente a Saraqeb (Idlib), Hama e Duma, sobborgo di Damasco. Ieri sera erano ripresi violenti i bombardamenti di artiglieria su alcuni quartieri di Homs, abitati per lo più da sunniti, tra cui il centro storico.
I
Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha condannato l'attacco bomba avvenuto oggi in Siria dopo il passaggio di un convoglio degli osservatori Onu, dicendo che l'accaduto "potrebbe avere un impatto diretto sul futuro della missione". Nell'attacco avvenuto nella zona di Daraa, nel sud del Paese, hanno riportato ferite dieci soldati siriani, mentre nessun membro Onu vi F rimasto implicato. Al momento gli osservatori sono circa 70 e dovrebbero raggiungere i 300 entro fine mese.
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Re: OLTRE CONFINE...
OCCHIO CHE QUI CADE UN'ALTRA TESTA...E CHE TESTA....
Merkel bocciata nel Nordreno Westfalia: la Cdu crolla al minimo storico, vincono i socialdemocratici
Il Nordreno Westfalia è rosso-verde. Ieri, il partito del cancelliere Angela Merkel (Cdu) ha subìto una cocente sconfitta alle elezioni nel Land più popoloso e industrializzato della Germania. A sedici mesi dalle legislative del settembre 2013 la Cdu è crollata a un minimo storico (26%), perdendo
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