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Pradimicin A1: sensazionale scoperta di scienziati Giapponesi contro l'Hiv

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Messaggio Da Gex Sab 11 Feb - 20:43

Un team di scienziati giapponesi ha scoperto un modo per aggirare uno dei meccanismi di difesa dell' HIV forse più potente.
Scienziati hanno trovato tallone d'Achille dell'Hiv

La scoperta riguarda una famiglia di composti chimici noti come pradimicin A1 che aderisce fortemente al rivestimento esterno del virus HIV, chiamato mannosio. "Attaccandosi al mannosio nel rivestimento del virus, il pradimicin A per prima cosa congela il meccanismo molecolare dell' HIV per entrare e infettare le cellule sane del suo ospite.
Il virus risponde riducendo il mannosio nel suo involucro in tal modo si svela al sistema immunitario, che può poi attaccarlo."
Ad oggi, l'HIV ha sempre trionfato, sostanzialmente, nascondendosi molto bene.
Il mannosio che ricopre l'involucro esterno del virus HIV è composto da zucchero e il sistema immunitario non lo riconosce come una minaccia per l'organismo (essendo un nutriente degli organismi n.d.r.).
L' HIV quindi riesce a passare incontrastato in tutto il corpo e ad infettare le cellule dell'ospite sano. "Dopo aver capito come e dove il pradimicin A afferra il mannosio, il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di utilizzare la tecnica per identificare le specifiche interazioni molecolari che legano il pradmicin A a questo potenziale tallone d'Achille 'del virus HIV ".

Have Scientists Found HIV's Achilles Heel?

What's the Latest Development?

A team of Japanese scientists have discovered a way to circumvent one of HIV's most potent defense mechanisms. The discovery involves a family of chemical compounds known as pradimicin A1 which stick strongly to the exterior coating of the HIV virus, called mannose. "By sticking to mannose in the virus's coat, pradimicin A first freezes HIV's molecular machinery for entering and infecting its host's healthy cells. The virus responds by reducing the mannose in its coat thereby revealing itself to the immune system, which can then attack."

What's the Big Idea?

To date, HIV has triumphed by essentially cloaking itself. The mannose that coats the exterior of an HIV virus is composed of sugar which the body's immune system does not recognize as a threat. HIV is therefore allowed to pass unchallenged throughout the body as it infects healthy host cells."Having determined how and where pradimicin A grabs mannose, the researchers' next step will be to use the technique to identify the specific molecular interactions that bind the pradmicin A to this potential Achilles' heel of HIV."

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Pradimicin A1: sensazionale scoperta di scienziati Giapponesi contro l'Hiv Empty Sfilando il "mantello dell'invisibilità" all'HIV

Messaggio Da Rafael Lun 13 Feb - 13:17


Ricercatori di farmaci alla caccia di vie alternative per trattare il virus dell’immunodeficienza umana (Hiv) potrebbero presto avere un nuovo bersaglio, il suo rivestimento “mimetico” .L’HIV si nasconde dentro un mantello insolitamente ricco di uno zucchero chiamato mannosio, che usa per scivolare oltre il sistema immunitario prima di infettare le sue cellule ospite. Recentemente, però , i biochimici hanno scoperto una famiglia di composti chimici che si attaccano fortemente al mannosio. Comprendere come lavora quest’organismo potrebbe rivelare un modo di fare dei farmaci che aderiscano e uccidano l’HIV. Yu Nakagawa e Yukishige Ito del RIKEN Advanced Science Institute a Wako e i loro colleghi di diversi Istituti di ricerca in Giappone stanno portando avanti lo sforzo: hanno mappato il sito di attacco del composto di mannosio pradimicina A1.
I composti di legame del mannosio sono particolarmente attraenti per i ricercatori di farmaci grazie al loro effetto a doppia azione anti HIV. Legandosi al mannosio nel rivestimento del virus, pradimicina A dapprima impedisce al macchinario molecolare dell’HIV di entrare e infettare le cellule sane dell’ospite. Il virus risponde riducendo il mannosio nel suo rivestimento rivelandosi al sistema immune, che può quindi attaccare.
Svelare come la pradimicina A riconosce il mannosio, tuttavia, si è rivelato sorprendentemente difficile. In soluzione i due componenti si attaccano insieme in vari grappoli di piccole dimensioni, confondendo tecniche analitiche convenzionali quali la risonanza magnetica nucleare basata su soluzioni e cristallografia a raggi X. Nakagawa Ito e i suoi colleghi hanno raggirato il problema usando uno stato solido di risonanza magnetica nucleare che ha permesso loro di analizzare i composti come solidi piuttosto che in soluzione.
L’approccio della squadra di ricerca ha interessato l’inserzione carbonio 13, in particolari parti della struttura della pradmicina A. Il Carbonio 13 rinforza il segnale della Risonanza magnetica nucleare laddove viene inserito, cosicchè l’equipe ha potuto aggirare il composto e rilevare dove interagisce più fortemente con il mannosio.
I risultati hanno rivelato che la pradimicina A si avvolge per formare una cavità, dentro cui si colloca la struttura di mannosio. “Il nostro studio mette in luce il beneficio della metodologia della risonanza magnetica nucleare allo stato solido per indagare questa interazione” ha detto Nakagawa “La tecnica dello stato solido NMR è al presente la sola tecnica per analizzare un sistema così complicato
Rafael
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