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Gli attivisti gay contro la Rai

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Messaggio Da Gex Sab 3 Dic - 21:55

Manifestazioni a Viale Mazzini per condannare la censura della parola “preservativo”

Aver vietato l’utilizzo della parola “preservativo” nella giornata mondiale della lotta all’Aids non è piaciuta ai movimenti gay. Questa mattina un gruppo di attivisti del Gay Center hanno manifestato davanti alla sede Rai di Viale Mazzini contro quella che definiscono “la censura da parte della Tv di Stato verso il preservativo utilizzato come mezzo di prevenzione dell’Hiv e delle malattie a trasmissione sessuale”.

“E LA LIBERTA’?” - “Non ci basta che la Rai apra un’inchiesta su quanto accaduto -ha affermato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center – E’ necessario che la Rai si impegni per fare informazione a favore della prevenzione dell’Aids come accade anche nelle Tv pubbliche del resto d’Europa. “E’ grave quanto accaduto ancor di più perché non si capisce chi abbia potere nel dare la linea editoriale ai giornalisti vista anche la smentita del Ministro della Salute. Qui c’è in gioco anche la libertà di stampa dei giornalisti Rai. Il caso Rai, che già altre volte abbiamo portato all’attenzione dell’opinione pubblica, va affrontato seriamente a tutela dei cittadini italiani”, ha concluso Marrazzo.

L’ORDINE DELLA RAI - Il Gay Center ha manifestato il proprio disappunto davanti alla sede Rai anche attraverso la distribuzione di preservativi. Il divieto interno alla Rai era scattato dopo una mail inviata a conduttori e redazioni dei programmi dell’azienda televisiva di Stato coinvolti nell’iniziativa contro l’Aids. “”Carissimi – c’era scritto nel messaggio di posta elettronica -, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate questo concetto”.

LO SCARICABARILE - Quando la censura della parola “preservativo” è emersa, in Rai ha preso il via lo scaricabarile per scrollarsi di dosso le responsabilità dell’ordine impartito dall’alto ai giornalisti. Nei loro comunicati Viale Mazzini, ministero della Salute e direzioni di Radio Uno e Giornale Radio Rai hanno prontamente fatto sapere di non saper nulla.

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