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Friuli: decalogo dell’oncologo Umberto Tirelli

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Messaggio Da Gex Mar 29 Nov - 20:56

Il 1 dicembre si celebra la Giornata mondiale dell’Hiv. Il decalogo dell’oncologo Umberto Tirelli

In occasione della giornata mondiale dell’Aids, che si celebra il 1 dicembre, Umberto Tirelli - direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano - ha stilato un decalogo in cui si fa il punto sullo stato della malattia e della terapia nel mondo.

Lo riportiamo di seguito:

1. HIV/AIDS nel mondo - L’infezione da HIV/AIDS è presente diffusamente in tutto il mondo ed anche in alcuni paesi occidentali, per esempio in alcune zone della Francia o a Washington DC, capitale degli Stati Uniti, con numeri molto simili a quelli dell’Uganda e del Botswana. Ci troviamo di fronte ad un’epidemia simile a quella dell’Africa sub-sahariana. Ciò è dovuto a comportamenti e contesti sociali che agevolano la trasmissione del virus, la percezione del rischio è bassa, e le modifiche dello stile di vita, in particolare sessuale, non si sono assolutamente verificate (in particolare l’uso del preservativo è scarso, e questo in società dove l’informazione è ai più alti livelli).

2. Mortalità ridotta - Grazie alla terapia antiretrovirale, altamente efficace, nota con l’acronimo di HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy), la mortalità per AIDS si è comunque nettamente ridotta nei paesi occidentali e anche nei paesi africani dove la terapia è disponibile.

3. HIV malattia cronica - L’HAART ha modificato lo scenario dell’infezione: da malattia rapidamente mortale a malattia sostanzialmente cronica. Sono, infatti, diminuite le patologie da deficit immunitario e sono aumentate le patologie tipiche dell’anziano. L’infezione da HIV è responsabile di uno stato di infiammazione persistente che, associata alla tossicità cronica della terapia, provoca un invecchiamento accelerato dei pazienti infetti. Lo spettro clinico è ora dominato dalla patologia cardiovascolare, dai tumori, dalla patologia epatica secondaria alla confezione con i virus epatitici e dalla malattia metabolica dell’osso che sono caratteristiche del soggetto anziano della popolazione generale.

4. Farmaci disponibili - Vi sono oggi 30 farmaci disponibili e, come in altre malattie, bisogna personalizzare il trattamento tenendo conto della durata dello stesso e delle tossicità che si possono manifestare a lungo termine. Peraltro, oggi ancora il 60% dei pazienti diagnosticati con AIDS scopre l’infezione da HIV al momento della diagnosi di AIDS. Il fenomeno dei “late-presenters” è in aumento negli ultimi anni ed è la spia di un abbassamento della percezione del rischio di HIV.

5. Ancora nessun vaccino - I nuovi farmaci antiretrovirali bloccano la replicazione di HIV in oltre il 90% degli infetti ma l’eradicazione del virus sarà possibile solo dopo la distruzione delle cellule che funzionano come serbatoio del virus. Il vaccino per l’AIDS è invece sempre lontano.

6. Tumori prima causa di morte - La causa di morte principale oggi nei pazienti HIV-positivi sono i tumori; pertanto la diagnosi precoce e la prevenzione sono importantissime nella lotta contro i tumori anche nei soggetti HIV-positivi. Inoltre la terapia deve essere ottimizzata, in particolare per quelle malattie come i linfomi che possono essere guariti anche in soggetti HIV-positivi che oggi purtroppo spesso non vengono trattati al meglio e portano a morte.

7. Terapia e prevenzione - Terapia e prevenzione dell’HIV sono spesso associate. Infatti, se usati precocemente, i farmaci antiretrovirali sono capaci di abbattere la carica virale e si possono quindi quasi azzerare le possibilità di trasmettere l’HIV per via sessuale.

8. Uso del preservativo - Certamente il preservativo viene usato troppo poco oggi, nonostante venga consigliato, ma una terapia anti-HIV per coloro che sono a rischio, sia perché partner sessuali di sieropositivi sia perché loro stessi sieropositivi e a rischio di trasmettere l’infezione, sembra la migliore arma per abbattere la malattia. Teoricamente oggi se tutti i pazienti sieropositivi venissero trattati anche in una fase precoce si ridurrebbe drasticamente la possibilità di trasmettere l’HIV. Questo dato incita sempre di più a fare uscire il sommerso, cioè coloro che non sanno di essere sieropositivi, per poterli trattare al più presto ed impedire che trasmettano l’infezione da HIV per via sessuale anche perché non a conoscenza del loro stato di sieropositività.

9. Non disponibilità dei farmaci - In molte parti del mondo i farmaci non sono disponibili, anche perché molto costosi, e manca quell’organizzazione che rende possibile le strategie terapeutiche sopra esposte.

10. Africa - In Africa e nel sud del mondo la malattia resta ad esito infausto perché la stragrande maggioranza di chi ha bisogno di farmaci ancora non li ha, anche perché troppo costosi, e non si interviene in maniera organizzata e strategica dando per esempio la precedenza alla terapia dell’AIDS conclamato (molti ospedali africani sono pieni di malati con una patologia avanzata) rispetto a coloro che sono soltanto sieropositivi e sostanzialmente asintomatici.

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