Il biotech gonfia i muscoli
Il biotech gonfia i muscoli
Gilead si sposa con Pharmasset e fa nascere un gigante nel settore delle cure antivirus.
Il comparto farmaceutico continua a confermarsi come uno dei più attivi sul fronte delle fusioni e acquisizioni. L’ultima operazione di questo tipo registrata dalle cronache è l’offerta di acquisto per 10,4 miliardi di dollari lanciata da Gliead Sciences per la concorrente Pharmasset. La notizia è stata accolta positivamente dal mercato che ha fatto salire dell’85% in una sola seduta il titolo dell’azienda-preda.
“Il 2011 si conferma come un altro anno ricco di importanti acquisizioni nelle biotecnologie”, spiega Alessandro Faccioli, senior analyst specializzato nella biotecnologia di WM Consulting. “Dopo quella di Genzyme per oltre 20 miliardi effettuata dalla casa farmaceutica Sanofi Aventis, di recente si è conclusa anche quella di Cephalon. L’importo pagato da Teva Pharmaceuticals per aggiudicarsela è stato di quasi sette miliardi di dollari”.
Tuttavia, c’è un’importante differenza nell’operazione Pharmasset. “Mentre le altre sono state effettuate da case farmaceutiche con lo scopo di ammodernare le proprie pipeline e di focalizzare il proprio business nelle biotecnologie, questa volta è una big delle biotecnologie che acquisisce un’altra grande del settore”, continua l’analista. “Qui si tratta di integrare i business delle due aziende entrambe specializzate nella cura delle infezioni virali”.
Un gigante antivirus
Gilead è leader mondiale nella cura dello Hiv. In particolare, i suoi farmaci Atripla e Truvada sono il punto di riferimento per la cura di questa patologia. Ha anche ideato il Tamiflu, un farmaco antinfluenzale molto importante e alcune molecole per la cura dell’epatite di tipo B. Pharmasset, da parte sua, ha nelle fasi finali di studio diverse molecole per la cura dell’epatite e dell’Hiv. La più importante è la PSI-7977 (epatite C in forma cronica), il cui volume d’affari dovrebbe essere di circa quattro miliardi di dollari. L’azienda conta di presentare la richiesta d’approvazione alla Fda (Food and Drug Administration) e alla Ema (European Medicines Agency) nel 2013. Rispetto alle terapie concorrenti tale molecola ha il vantaggio di essere somministrata per via orale e senza l’utilizzo combinato dell’interferone, un elemento che deve essere iniettato e causa spesso effetti collaterali rilevanti.
“È chiaro che l’operazione presenta dei rischi in quanto Pharmasset non ha farmaci in commercio e pagarla quasi undici miliardi di dollari non è poco”, spiega Faccioli. “Di contro è probabile che l’integrazione delle due aziende possa creare un importante valore aggiunto e far divenire Gilead il principale player nella cura delle forme più gravi di epatite. Infine c’è da tenere presente che entro la fine del decennio il mercato potenziale dell’epatite C possa essere di 15 miliardi di dollari”.
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Il comparto farmaceutico continua a confermarsi come uno dei più attivi sul fronte delle fusioni e acquisizioni. L’ultima operazione di questo tipo registrata dalle cronache è l’offerta di acquisto per 10,4 miliardi di dollari lanciata da Gliead Sciences per la concorrente Pharmasset. La notizia è stata accolta positivamente dal mercato che ha fatto salire dell’85% in una sola seduta il titolo dell’azienda-preda.
“Il 2011 si conferma come un altro anno ricco di importanti acquisizioni nelle biotecnologie”, spiega Alessandro Faccioli, senior analyst specializzato nella biotecnologia di WM Consulting. “Dopo quella di Genzyme per oltre 20 miliardi effettuata dalla casa farmaceutica Sanofi Aventis, di recente si è conclusa anche quella di Cephalon. L’importo pagato da Teva Pharmaceuticals per aggiudicarsela è stato di quasi sette miliardi di dollari”.
Tuttavia, c’è un’importante differenza nell’operazione Pharmasset. “Mentre le altre sono state effettuate da case farmaceutiche con lo scopo di ammodernare le proprie pipeline e di focalizzare il proprio business nelle biotecnologie, questa volta è una big delle biotecnologie che acquisisce un’altra grande del settore”, continua l’analista. “Qui si tratta di integrare i business delle due aziende entrambe specializzate nella cura delle infezioni virali”.
Un gigante antivirus
Gilead è leader mondiale nella cura dello Hiv. In particolare, i suoi farmaci Atripla e Truvada sono il punto di riferimento per la cura di questa patologia. Ha anche ideato il Tamiflu, un farmaco antinfluenzale molto importante e alcune molecole per la cura dell’epatite di tipo B. Pharmasset, da parte sua, ha nelle fasi finali di studio diverse molecole per la cura dell’epatite e dell’Hiv. La più importante è la PSI-7977 (epatite C in forma cronica), il cui volume d’affari dovrebbe essere di circa quattro miliardi di dollari. L’azienda conta di presentare la richiesta d’approvazione alla Fda (Food and Drug Administration) e alla Ema (European Medicines Agency) nel 2013. Rispetto alle terapie concorrenti tale molecola ha il vantaggio di essere somministrata per via orale e senza l’utilizzo combinato dell’interferone, un elemento che deve essere iniettato e causa spesso effetti collaterali rilevanti.
“È chiaro che l’operazione presenta dei rischi in quanto Pharmasset non ha farmaci in commercio e pagarla quasi undici miliardi di dollari non è poco”, spiega Faccioli. “Di contro è probabile che l’integrazione delle due aziende possa creare un importante valore aggiunto e far divenire Gilead il principale player nella cura delle forme più gravi di epatite. Infine c’è da tenere presente che entro la fine del decennio il mercato potenziale dell’epatite C possa essere di 15 miliardi di dollari”.
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