Precoce sviluppo di anticorpi neutralizzanti antiHIV

Nuove scoperte stanno portando gli scienziati piu’ vicino ad un efficace vaccino HIV. Ricercatori del Seattle Biomedical Research Institute (Seattle BioMed) della Vanderbilt University e del Ragon Institute di MGH, MIT e Harvard riportano scoperte che dimostrano una nuova prova riguardo gli anticorpi neutralizzanti ampiamente reattivi, che bloccano l’infezione HIV. Dettagli vengono pubblicati il 13 gennaio su PLoS Pathogens.

Secondo l’autore Leo Stamatatos, Ph.D, direttore del programma per vaccini antivirali del Seattle BioMed un grosso macigno che sta vacillando nello sviluppo di un efficace vaccino contro l’HIV e’ l’inabilita’ a suscitare, attraverso l’immunizzazione, anticorpi neutralizzanti ampiamente reattivi. Questi anticorpi si legano alla superficie dell’HIV e impediscono che si attacchi alle cellule infettandole. Tuttavia, una piccola parte della popolazione infettata dall’HIV sviluppa anticorpi ampliamente neutralizzanti, capaci di impedire l’infezione di diversi isolati HIV, che sono il tipo di anticorpi che i ricercatori desiderano suscitare con la vaccinazione.

“Abbiamo scoperto che la gente che sviluppa anticorpi neutralizzanti ampliamente reattivi- che sono il 30% degli infetti-
tende ad avere un sistema immunitario piu’ salutare che differisce dagli altri che non sviluppano questi anticorpi” ha spiegato Stamatatos, dicendo che questi anticorpi bersagliano solo alcune regioni dell’HIV che e’ un bene dal punto di vista dello sviluppo di un vaccino. “Ci da’ meno da attaccare” ha detto.

Per di piu’, le nuove scoperte dimostrano che questi anticorpi vengono generati molto prima di quello che si pensava in precedenza, in alcuni casi appena un anno dopo l’infezione.

“Questi studi forniscono un forte razionale per cominciare a tirar fuori i precoci segnali immuni che permettono ad alcuni individui, ma non ad altri di montare risposte di anticorpi neutralizzanti ampliamente reattive.”

“Adesso sappiamo che questi anticorpi neutralizzanti ampiamente reattivi non si sviluppano semplicemente a caso e possiamo lavorare per capire cosa rende questo 30% della popolazione sieropositiva differente” ha spiegato Stamatatos. Comprendendo quello, possiamo fiduciosamente usare questa informazione per progettare nuovi immunogeni e protocolli di immunizzazione che possano mimare i primari eventi che conducono allo sviluppo di tali anticorpi durante l’infezione.

Questo studio e’ stato finanziato dal National Institute of Health.

Non sono nè medico nè matematico, ma a me non torna il conto del 30% . Per quello che io ho letto, coloro che in qualche modo controllano o rallentano spontaneamente il progredire dell'infezione sono in una percentuale molto ma molto minore

Loris hai ragione, in effetti l'articolo non e' molto chiaro. Pero' non credo che si parli di "elite controllers" che non sono piu' del 2%, ma di una fetta piu' ampia di sieropositivi che possiedono anticorpi neutralizzanti e che quindi comprendano anche "slow progressors". Comunque sia il 30% e' un dato piuttosto ottimistico.

E' uscito un articolo in cui si dice che il vaccino anti Hiv potrebbe essere piu vicino grazie alla scoperta degli anticorpi neutralizzanti.
Sembra che in America puntino molto su questo filone della ricerca.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

An effective HIV vaccine not far away
ANI, Jan 15, 2011, 02.26pm IST


Article


Comments


Tags:
vaccine|treatment|HIV|cure|aids

An effective HIV vaccine not far away (Thinkstock photos/Getty Images)
Scientists have reported findings showing new evidence about broadly-reactive neutralizing antibodies, which block HIV infection.

Leo Stamatatos of the Seattle Biomedical Research Institute said the major stumbling block in the development of an effective vaccine against HIV is the inability to elicit, by immunization, broadly reactive neutralizing antibodies (NAbs).

These antibodies bind to the surface of HIV and prevent it from attaching itself to a cell and infecting it. However, a fraction of people infected with HIV develop broadly neutralizing antibodies (bNAbs) capable of preventing cell-infection by diverse HIV isolates, which are the type of antibodies researchers wish to elicit by vaccination.

"We've found that the people who develop broadly-reactive neutralizing antibodies-which are about 30 percent of those infected-tend to have a healthier immune system that differs from others who don't develop those antibodies," explained Stamatatos.

He said these antibodies target only a few regions of HIV, which is good from the standpoint of vaccine development.

In addition, the new findings have shown that these antibodies are generated much sooner than previously thought, in some cases as soon as a year after infection.

"These studies provide a strong rationale to begin teasing out the early immunological signals that allow some individuals, but not others, to mount broadly reactive neutralizing antibody responses," added co-author Galit Alter.

The findings were published in the journal PLoS Pathogens.

Follow us on Twitter for more stories

Nuovo articolo che parla dell'importanza di questi anticorpi neutralizzanti per lo sviluppo di un vaccino.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

New findings bring scientists closer to an effective HIV vaccine
Published: Sunday, Jan 16, 2011, 23:23 IST
Place: Washington, DC | Agency: ANI




Scientists have reported findings showing new evidence about broadly-reactive neutralizing antibodies, which block HIV infection.

Leo Stamatatos of the Seattle Biomedical Research Institute said the major stumbling block in the development of an effective vaccine against HIV is the inability to elicit, by immunisation, broadly reactive neutralising antibodies (NAbs).

These antibodies bind to the surface of HIV and prevent it from attaching itself to a cell and infecting it. However, a fraction of people infected with HIV develop broadly neutralising antibodies (bNAbs) capable of preventing cell-infection by diverse HIV isolates, which are the type of antibodies researchers wish to elicit by vaccination.

"We've found that the people who develop broadly-reactive neutralising antibodies-which are about 30 percent of those infected-tend to have a healthier immune system that differs from others who don't develop those antibodies," explained Stamatatos.

He said these antibodies target only a few regions of HIV, which is good from the standpoint of vaccine development.

In addition, the new findings have shown that these antibodies are generated much sooner than previously thought, in some cases as soon as a year after infection.

"These studies provide a strong rationale to begin teasing out the early immunological signals that allow some individuals, but not others, to mount broadly reactive neutralising antibody responses," added co-author Galit Alter.

The findings were published in the journal PLoS Pathogens.

google translate farà anche poco, ma se anche hanno trovato sti anticorpi devono per forza essere delle ARMI SPUNTATE. insisto a dire questo per la percentuale di persone in cui li trovano: 30 % a 1 anno dall'infezione !!!

è il normale decorso della malattia ... anche se ci sono sti anticorpi, anche se dovessero rallentare l'infezione, NON HANNO LA MEGLIO sul virus

inoltre la situazione degli elite controller è dovuta ad un fatto genetico che per quanto so nulla ha a che fare con questi anticorpi.

quindi oltre a scoprirli e a farli produrre a tutti, anche al 70 % che non li ha, DEVONO capire come farli funzionare davvero, perchè così NON FUNZIONANO

Loris ha scritto:google translate farà anche poco, ma se anche hanno trovato sti anticorpi devono per forza essere delle ARMI SPUNTATE. insisto a dire questo per la percentuale di persone in cui li trovano: 30 % a 1 anno dall'infezione !!!

è il normale decorso della malattia ... anche se ci sono sti anticorpi, anche se dovessero rallentare l'infezione, NON HANNO LA MEGLIO sul virus

inoltre la situazione degli elite controller è dovuta ad un fatto genetico che per quanto so nulla ha a che fare con questi anticorpi.

quindi oltre a scoprirli e a farli produrre a tutti, anche al 70 % che non li ha, DEVONO capire come farli funzionare davvero, perchè così NON FUNZIONANO

Loris in realta non credo che a loro interessino tanto gli anticorpi neutralizzanti per iniettrli nei pazienti, quanto scoprire come vengono prodotti, cioe' scoprire quali sono gli antigeni che li hanno prodotti cosi' verra iniettato l'antigene e ogni persona li produrra da sola verso quell'antigene.
Penso che il vero scopo che sia questo.
Una volta capito qual'e' l'antigene e perche' alcuni lo riconoscono e altri no allora si potra isolarlo e iniettare direttamente, in maniera tale da creare un vaccino.
Uno dei problemi per l'hiv, e che nasconde i suoi antigeni perche non vengano attaccati, o ancora li isola sulla sua superficie distanziandoli di una distanza superiore rispetto alla lunghezza dei bracci dell'anticorpo.