Romeo e Giulietta in salsa gay

VERONA: GIOVANARDI CHIEDE IL COPIONE DELLO SPETTACOLO GAY SOSTENTUO DA COMUNE E PROVINCIA
Il sottosegretario chiede all'assessore Bertacco il copione dello spettacolo di domani al Camploy. Non piace al governo il via libera da parte di due amministrazioni di centrodestra all'opera omosex
Verona - Fuori il copione. Romeo e Giulietta in salsa gay mettono in ambasce anche il Governo. In particolare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi. Cattolico, esponente del Pdl area Popolari liberali, è lui da Roma a porre paletti alla rappresetazione di «Divercity-Verona incontra la diversità», cioè la versione rosa del capolavoro di Shakespeare, in programma domani sera al teatro Camploy.

Lo spettacolo è messo in scena dal Gasp, Gruppo salute e prevenzione Aids, e patrocinato da Comune e Provincia in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia, che si celebra il 17 maggio. Giovanardi ha chiesto più volte ieri al telefono all'assessore comunale ai servizi sociali Stefano Bertacco, del Pdl ex An, di inviargli il copione della tragedia scaligera in versione rosa, per visionarne il contenuto.

Sotto accusa, al di là dello spettacolo, ci sarebbe il fatto che un Comune e una Provincia della stessa matrice politica del Governo centrale — Pdl più Lega, anche se a Verona resta ancora l'Udc, ex partito di Giovanardi — diano un sostegno (1.500 euro il Comune; la Provincia solo il patrocinio) a un'iniziativa che ha tra i suoi sostenitori l'Arcigay. Il Gasp, peraltro, agisce autonomamente.

Anche se i tempi sono strettissimi (si va in scena domani alle 21 ) Giovanardi, 60 anni, modenese, promotore anche di battaglie preventive di tipo proibizionista sul territorio scaligero con la sua delega al contrasto delle tossicodipendenze, non molla la presa. Proprio lui del resto una decina di giorni fa aveva polemizzato contro una pubblicità «gay-friendly» dell'azienda svedese Ikea — il colosso del mobile che potrebbe sbarcare con una propria sede anche a Verona — dichiarando che «il termine famiglia usato dalla multinazionale è lesivo della Costituzione italiana, perché per essa si deve intendere solo quella formata dal matrimonio tra uomo e donna».

L'Ikea aveva poi replicato che «quella fondata sul matrimonio è una delle famiglie. Noi ci rivolgiamo a tutte le tipologie».

Il patrocinio allo spettacolo è stato intepretato in città anche come una sorta di «riparazione» alla mozione omofoba nei confronti delle persone omosessuali approvata 16 anni fa dal Consiglio comunale. Allora in aula emerse la posizione del leghista Romano Bertozzo, che parlò dei gay come di malati mentali «da castrare come capponi». Da quelle parole, peraltro, presero le distanze l'allora sindaco Michela Sironi e l'allora capogruppo della Lega e oggi sindaco, Flavio Tosi.

Per l'assessore al sociale Stefano Bertacco però «nel patrocinio non c'è alcuna implicazione ideologica. Non vogliamo promuovere i matrimoni né le adozioni per i gay, perché su questo aspetto ognuno è libero di pensarla come crede, ma vogliamo lanciare un messaggio di civiltà e rispetto e ribadire», puntualizza, «che è inaccettabile che nel 2011 ci sia ancora chi continua a discriminare sulla base dell'orientamento sessuale, dopo aver visto dove ciò porta e basti pensare ai campi di sterminio».

Il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, Pdl ex An, pur auspicando una rappresentazione «sobria e rispettosa», ha detto che «è un'iniziativa in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia e per la prevenzione dell'Hiv e non vedo cosa ci sia di sbagliato». Giovanardi, a quanto pare, la pensa diversamente.

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